Dopo oltre due mesi di agonia si spegneva la sera del 2 aprile 2005, ossia 20 anni fa, Karol Wojtyła, salito al pontificato 27 anni prima col nome di Giovanni Paolo II. Fu soprannominato da molti il Magno o il Grande poiché, nel corso della sua lunga carica, si dimostrò e riconfermò più volte come una delle figure politiche e religiose più influenti del XX secolo, al punto di essere definito da alcuni il papa più importante della storia; fu proclamato Beato nel 2011, dal suo immediato successore Benedetto XVI, e santo nel 2014 da papa Francesco.
Primo papa non italiano in 455 anni, durante il suo discorso di insediamento il 16 ottobre 1978, si definì “un vescovo di Roma chiamato da un paese lontano”, e conquistò la folla con il suo “Se mi sbaglio mi corrigerete” che fu accolto con un applauso dei fedeli. Famosa è anche l’omelia della sua messa di inaugurazione del pontificato, soprattutto per la sua energica esortazione ad aprire, “anzi spalancare le porte a Cristo”. Questo desiderio di apertura si confermò per tutto il suo pontificato con uno spiccato senso di ecumenismo, che portò papa Giovanni Paolo II a compiere numerosissimi viaggi pastorali (più di 170 visite in 129 Paesi) in giro per il mondo, come nessun suo predecessore aveva fatto con tale frequenza.
All’epoca della sua salita al ministero pietrino, la sua Polonia e l’Europa dell’Est erano ancora sotto l’influenza dell’Unione Sovietica, e non sorprende dunque che egli si sia schierato fortemente contro il socialismo reale, sostenendo anche economicamente i movimenti anticomunisti in ascesa. Il segretario sovietico Michail Gorbačëv si intrattenne con lui in più di un colloquio, anche dopo il fallimento del suo programma politico basato su Glasnost e perestrojka; in seguito egli non esitò a dire che il crollo della cortina di ferro e “la salvezza del mondo” da una catastrofe nucleare erano stati possibili proprio grazie al sostegno del papa verso un graduale dialogo tra Oriente e Occidente.

Pare ci sia stata proprio l’Unione Sovietica, insieme ad altre forze a lui avverse, dietro l’attentato quasi fatale organizzato ai suoi danni il 13 maggio del 1981; pur riportando ferite gravi, il papa sopravvisse e perdonò il suo aggressore, il killer professionista Mehmet Ali Ağca. Nel 1985 egli istituì la Giornata Mondiale della Gioventù, un incontro internazionale tra giovani cattolici di tutto il mondo che raccolse sempre più membri: quello del 1995 svoltosi a Manila, accolse da 4 a 5 milioni di persone, ed è tuttora considerato il più grande raduno umano della storia.
Nel 1993, nel corso di una visita in Sicilia, Giovanni Paolo II espresse una durissima critica alla mafia, alla luce delle recenti stragi di Capaci e via D’Amelio, ed esortò i mafiosi a pentirsi dei loro crimini. Il discorso ebbe in effetti un impatto su alcuni boss di cosa nostra che, risentiti, organizzarono due attentati quasi contemporanei a due chiese di Roma, tra il 27 e il 28 luglio dello stesso anno.
Considerato un papa liberale per i suoi appelli contro la guerra, la pena capitale e la povertà, nonché a favore della cancellazione del debito in Africa, si distinse anche per le sue posizioni decisamente conservatrici su altri temi assai cari alla Chiesa: la sessualità umana e l’omosessualità, il sacerdozio femminile, il celibato dei sacerdoti, l’aborto e l’eutanasia; egli si schierò anche contro l’uso di contraccettivi come il profilattico, nonostante la disastrosa pandemia di AIDS scoppiata nel 1981. Risultò controversa anche la sua vicinanza ad alcune dittature di destra, in particolare dell’America Latina, nonché la mancanza di repentini provvedimenti da parte sua nei confronti dei sacerdoti colpevoli di abusi sessuali su minori.