Nel 1831, un giovane Charles Darwin ricevette un invito che avrebbe cambiato la sua vita e il corso della scienza: unirsi all’HMS Beagle come naturalista per un viaggio intorno al mondo. All’età di 22 anni, Darwin aveva già abbandonato gli studi di medicina a Edimburgo e una possibile carriera come pastore anglicano a Cambridge. Sebbene fosse un osservatore promettente, non era ancora il celebre scienziato che conosciamo oggi. Durante il viaggio, che durò cinque anni, Darwin esplorò le coste del Sud America, le isole Galápagos e altre regioni remote, raccogliendo migliaia di campioni e annotando osservazioni che avrebbero plasmato il suo pensiero per decenni.
L’HMS Beagle, capitanata da Robert FitzRoy, aveva il compito di mappare coste e porti per scopi commerciali britannici. Tuttavia, per Darwin, la vera missione era scientifica. Attraverso Patagonia, Darwin viaggiò a cavallo e a piedi, evitando il mal di mare che lo affliggeva, e si immerse in ambienti sconosciuti e spesso inospitali. Qui, nelle vaste pianure e coste battute dal vento, scoprì fossili di grandi mammiferi estinti, come il Mylodon darwinii, un enorme bradipo terrestre, e il Toxodon platensis, un erbivoro simile a un ippopotamo. Questi ritrovamenti furono fondamentali per mettere in discussione la dottrina della fissità delle specie, allora dominante in Europa.
Il passaggio di Darwin in Patagonia coincise con la “campagna del deserto” dell’Argentina, un conflitto violento contro le popolazioni indigene. Darwin osservò e annotò gli effetti devastanti di questa guerra, notando la scomparsa di intere tribù e il deterioramento delle loro culture. Tuttavia, i suoi scritti rivelano anche pregiudizi coloniali nei confronti delle popolazioni indigene, come i Yaghan di Tierra del Fuego, che descrisse con termini oggi riconosciuti come razzisti. Questo contrasto tra le sue posizioni anti-razziste e le opinioni espresse sulle popolazioni incontrate rimane una delle parti più controverse del suo retaggio.
Il viaggio toccò anche il fiume Santa Cruz, Punta Alta e le Galápagos, dove Darwin osservò specie uniche di uccelli e rettili che mostravano variazioni notevoli tra le diverse isole. Queste osservazioni furono cruciali per sviluppare la teoria dell’evoluzione. Ogni luogo esplorato aggiunse un tassello al mosaico di idee che Darwin avrebbe consolidato anni dopo ne “L’origine delle specie”, il libro pubblicato nel 1859 che pose le basi per la Teoria dell’ evoluzione.
Oltre agli aspetti scientifici, il viaggio di Darwin fu anche un’esperienza personale trasformativa. Da giovane laureato con incertezze sul futuro, tornò in Inghilterra come un naturalista rispettato, con idee che avrebbero rivoluzionato la biologia e il modo in cui l’umanità comprende il proprio posto nel mondo.