Il Manifesto di Ventotene è un documento fondamentale nella storia del federalismo europeo, redatto durante la Seconda guerra mondiale. Rappresenta una delle prime espressioni di un’Europa unita e democraticamente organizzata, contrapponendosi agli Stati nazionali sovranisti e autoritari che avevano condotto il continente alla guerra. Il Manifesto fu scritto nel 1941 da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, con il contributo di Eugenio Colorni, mentre erano confinati sull’isola di Ventotene a causa della loro opposizione al regime fascista. Il documento circolò inizialmente in forma clandestina e divenne un punto di riferimento per il Movimento Federalista Europeo, fondato nel 1943.

Il testo propone la creazione di una federazione europea come unica soluzione per evitare il ripetersi dei conflitti che avevano devastato l’Europa. I suoi principi chiave sono:
- Superamento degli Stati nazionali sovrani. Si auspica la costruzione di un’Europa federale in cui le nazioni rinuncino a parte della loro sovranità in favore di un governo comune.
- Democrazia e libertà. Si sottolinea la necessità di istituzioni democratiche e rappresentative per garantire stabilità e pace.
- Economia solidale e giustizia sociale. Il Manifesto auspica una società più equa, in cui le risorse siano distribuite in maniera più giusta per evitare disuguaglianze estreme.
Il Manifesto di Ventotene è considerato la base ideologica del processo di integrazione europea. La sua influenza si è riflessa nella nascita delle prime istituzioni sovranazionali, come la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA) e, successivamente, nell’Unione Europea.
Ancora oggi, il documento è un punto di riferimento per chi promuove un’Europa più unita e solidale. I suoi ideali sono ripresi nei dibattiti sull’evoluzione dell’UE, soprattutto in momenti di crisi, per ribadire la necessità di una maggiore coesione politica ed economica tra gli Stati membri.
Oggi, grandi polemiche alla Camera per le dichiarazioni della premier Giorgia Meloni che, intervenuta per presentare le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 20 e del 21 marzo, ha letto alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene. Poi, rivolgendosi ai partiti di minoranza ha detto: “Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia“.