Il 1816 passò alla storia come l’anno senza estate. Le temperature erano così basse da aver provocato vere e proprie carestie, epidemie. E una serie di fenomeni atmosferici che poi portarono anche a delle importanti rivoluzioni culturali. Considerate le piogge di questi giorni e le temperature altalenanti è possibile che si stia ripetendo? Non proprio.
Ma andiamo con ordine e partiamo dai dati storici. E per la precisione dal 1815, quando sull’isola di Sumbawa, in Indonesia, il vulcano Tambora, ebbe una violentissima eruzione. Una deflagrazione così potente da aver provocato la formazione di 100 chilometri cubi di cenere, polveri e roccia. Oltre a 400 milioni di tonnellate di gas. Immaginate questa quantità enorme di gas dispersa nell’atmosfera. Essa, unita a polveri più fini, fece da filtro per la luce solare. Creando di fatto una discesa delle temperature.
A questo si unirono altri due fatti degni di nota:
- Il cosiddetto minimo di Dalton, un lasso temporale durato dal 1790 al 1830 circa, che ha portato il Sole a emanare una minore quantità di energia, a causa del basso numero di macchie solari.
- E la piccola era glaciale, un generale raffreddamento che dal Medioevo durò fino al 1850. Ecco perché anno senza estate.
Cosa successe nell’anno senza estate nel mondo e in Italia
Così, in piena estate, si verificarono abbondanti nevicate negli stati americani del nord-est e nel Canada orientale, così come in gran parte dell’Europa, dove iniziò a fare freddissimo. In Pennsylvania e New England ghiacciarono fiumi e laghi. Per non tacere delle tempeste.
Con le temperature basse e poco Sole, l’agricoltura ne risentì. Il ghiaccio distrusse la maggior parte dei raccolti, in particolare di grano e uva.
In una situazione sociale già precaria dopo le guerre napoleoniche, il malcontento popolare portò a molte sommosse dovute alla fame. E questo spinse milioni di disperati, anche in Italia, a cibarsi davvero di ogni cosa.
L’eruzione del Tambora, inoltre, provocò in Ungheria e in Italia la caduta di neve rossa, forse per le ceneri.
Secondo uno studio pubblicato nel 1979 da Scientific American, freddo e carestia furono il motivo scatenante della prima epidemia di colera. Dapprima circoscritto solo nella zona del fiume Gange, in India. E poi diffusosi a macchia d’olio nel Bengala, in Afghanistan. E, attraverso il Mar Caspio, arrivando in Occidente.
Le opportunità dell’anno senza estate
Proprio nel 1816, però, anche grazie alle cattive condizioni meteorologiche, una ragazza di talento, chiusa dentro la casa di Lord Byron, sul lago di Ginevra, scrisse il romanzo che l’avrebbe resa celebre. Era Mary Wollstonecraft Shelley e la storia in questione era Frankenstein.
Secondo quanto scritto da Adriano Mazzarella, Docente di Climatologia Dipartimento di Scienze della Terra, all’università Federico II di Napoli:
“È curioso osservare come questo romanzo debba molto non solo al talento e all’inventiva della sua scrittrice ma anche ad alcuni eventi fortuiti di carattere climatico che portarono l’estate del 1816 ad essere una delle più fredde della storia e ad essere ricordata come l’anno senza estate“.
La mancanza del foraggio per gli animali, stimolò la genialità del tedesco Karl Drais, che inventò un metodo di trasporto senza cavalli. Creò così la Draisina, antesignana della bicicletta.
Dunque, stiamo vivendo ora il nostro anno senza estate? Secondo gli esperti è del tutto scorretto paragonare due situazioni così distanti nel tempo. Tanto più che all’epoca il clima era in assoluto meno caldo di oggi. Al momento, ci sono temperature altissime in molte parti del mondo e non si può generalizzare. Per quanto l’idea di un anno senza estate possa essere suggestiva a livello di chiacchiere da bar.