Se si pronuncia il nome di Margaretha Geertruida Zelle la maggior parte delle persone rimane assolutamente indifferente. Ma basta ricordare il suo alter ego, ossia Mata Hari, per accendere immediatamente l’interesse verso una delle figure più controverse e seducenti dei primi anni del 1900. Nata in Olanda, nel villaggio di Leeuwarden il 7 agosto 1876, questo personaggio esercita ancora un fascino incredibile, ispirando letteratura e cinema per la sua storia incredibile e drammatica. Ma iniziamo dal principio.
Margaretha prima di Mata Hari
Le cronache storiche descrivono la figura di Mata Hari come una donna seducente, particolarmente attraente e, soprattutto, dotata di un fascino ambiguo. Tutte caratteristiche che si adattano alla perfezione al ruolo di spia ma che, forse, non vestono altrettanto bene Margaretha. Prima di sconvolgere l’Europa con la sua sola esistenza, infatti, Mata Hari è stata una giovane donna sposata e con un figli. Infatti, dopo aver affrontato le avverse sorti economiche della sua famiglia, decide di rispondere all’inserzione matrimoniale di un ufficiale. Si tratta del capitano Rudolph Mac Leod, che viveva ad Amsterdam, in licenza di convalescenza dalle colonie d’Indonesia visto che soffriva di diabete e di reumatismi.
I due si sposano l’11 luglio 1869 e un anno dopo accolgono l’arrivo di un figlio, Norman. Subito dopo, però, tornano in Indonesia, dove iniziano a spostarsi in diversi villaggi. Questo stile di vita, così scomodo e diverso da quello dell’Olanda, porta la coppia a litigare frequentemente. Almeno fino a quando il marito non viene promosso maggiore e traferito sulla costa orientale di Sumatra.
Qui Margaretha inizia ad assaporare il piacere di una vita più agiata. S’immerge nel suo ruolo di padrona di casa, riceve la nobiltà locale e conosce per la prima volta le esotiche danze locali che diventeranno. successivamente, un suo tratto distintivo. Il matrimonio, comunque, continua ad avere problemi. A peggiorare situazione arriva anche la morte improvvisa del piccolo Norman che spinge la coppia a partire nuovamente per i Paesi Bassi. Nemmeno, però, la presenza della figlia più piccola, riesce a riportare l’armonia. I due, infatti, divorziano agli inizi del 1900. Il marito ottiene l’affidamento della bambina e la coppia non avrà più modo di avere rapporti successivi.
Come nasce Mata Hari
Margaretha si trasferisce definitivamente a Parigi nel 1904 iniziando a costruire la sua fama di seduttrice. In quel periodo, infatti, è l’amante del barone Henri de Marguérie. Allo stesso tempo, però, diventa una delle attrazioni più richieste del signor Molier, proprietario di un’importante scuola di equitazione e di un circo. Per lui, infatti, si esibisce per la prima volta in una sorta di danza malese che, a dire della gio vane donna, sarebbe quella praticata dalle delle sacerdotesse del dio orientale Shiva, che mimavano un approccio amoroso verso la divinità, fino a spogliarsi, un velo dopo l’altro, del tutto, o quasi.
Il suo vero esordio, però, avvienne nel febbraio del 1905 in casa della cantante Kiréevsky. che usava invitare i suoi ricchi amici e conoscenti a spettacoli di beneficenza. Il successo fu tale che i giornali arrivarono a parlarne. Il nome d’arte Mata Hari, però, si deve a monsieur Guimet, industriale e collezionista di oggetti d’arte orientali. L’uomo, dopo averla ingaggiata per un’esibizione all’interno di un museo, decide di cambiare nome, scegliendone uno di ordine malese. Mata Hari, infatti, vuol dire occhi dell’alba e, quindi, sole.
Diventare una spia
A questo punto, però, è normale chiedersi come un’artista celebrata a livello internazionale per la capacità di fondere sensualità ed ascetismo nelle sue esibizioni di danza, sia diventata una spia. Ovviamente l’evento scatenante è stata la Prima Guerra Mondiale ma a coinvolgere attivamente Mata Hari nell’attività spionistica potrebbe essere stato il console tedesco all’Aia, Alfred von Kremer. L’uomo, infatti, l’avrebbe assoldata come spia tedesca e, in modo particolare, per ottenere informazioni sull’aeroporto di Contrexéville, presso Vittel, in Francia. D’altronde la donna poteva recarsi sul posto senza destare nessun tipo di sospetto per far visita al suo ennesimo amante, il capitano russo Vadim Masslov, ricoverato nell’ospedale della città.
A questo punto, dunque, Mata Hari diventa viene identificata come agente H21 ed istruita proprio in Germania. Gli eventi, però, non finiscono certo qui. Per ottenere il visto per entrare a Vittel, infatti, entra in contatto con il capitano Georges Ladoux, capo di una sezione del Deuxième Bureau, il controspionaggio francese. Ed è proprio l’uomo a proporle di entrare al servizio della Francia. Una proposta che Mata Hari accetta ma per la “modica” cifra di un milione di franchi.
La fine
Da quel momento, dunque, inizia la sua attività spionistica mantenendosi in bilico in un difficile e pericolo doppio gioco. Los tesso che, probabilmente, sono proprio i tedeschi as velare ai francesi. Volendosi, forse, disfare di Mata Hari, utilizzano un vecchio codice ormai codificato dal nemico per trasmettere delle informazioni all’interno delle quali la donna viene identificata proprio come una spia tedesca. Per questo motivo, dunque, Mata Hari viene arrestata il 13 febbraio nella sua camera dell’albergo Élysée Palace dal capo della polizia Priolet con cinque ispettori e rinchiusa nel carcere di Saint-Lazare.
Il processo inizia il 24 luglio a porte chiuse e, inameno di un’ora, si arriva al verdetto di colpevolezza e alla condanna a morta. Ad incastrare definitivamente la donna, infatti, è proprio quel messaggio cifrato inviato dai tedeschi in cui viene identificata come una loro spia. Un’evidenza che nemmeno Mata Hari può negare. Il 15 ottobre, dunque, si presenta di fronte al plotone composto da 12 uomini. A colpirla sono lo quattro colpi, di cui uno fatale al cuore. Il suo corpo, mai reclamato, è stato seppellito in una fossa comune e, ad oggi, nessuno sa dove riposa la spia più famosa della Storia. Un particolare che, nel tempo, ha alimentato ancora di più la sua leggenda.