I gladiatori erano i combattenti che, in epoca romana, si esibivano nelle varie arene con spettacoli di lotta all’ultimo sangue. Essi si chiamavano così perché erano dotati di gladius, ovvero una piccola spada. Per dare un ideale arco temporale del fenomeno, diciamo che nel 264 a.C. si tenne il primo spettacolo ufficiale di gladiatori a Roma, nel Foro Boario. Nel 439 d.C. gli ultimi combattimenti, dopo che qualche anno prima, nel 399, l’imperatore Onorio aveva chiuso le scuole gladiatorie nell’Impero Romano d’Occidente.
Solitamente i gladiatori erano degli schiavi, dalla prestanza fisica notevole, poi prestati a questo genere di attività. Alla decima vittoria, gli schiavi ottenevano la libertà e sceglievano se continuare o meno nella carriera.
Col tempo poi anche gli uomini liberi, cittadini non romani, divennero gladiatori. Questo perché, al pari di quella sportiva oggi, la carriera nei giochi rappresentava un ottimo lavoro.
Le prime notizie circa gli spettacoli di lotta risalgono a prima dell’impero romano. Non serve sottolineare come la lotta fosse una delle discipline più importanti alle olimpiadi greche. In particolare, però, per quanto riguarda Roma il modello dei giochi gladiatorii deriverebbe dagli etruschi.
Secondo alcune fonti l’istituzione dei giochi gladiatorii sarebbe stata una sublimazione dell’antica usanza di uccidere i nemici sconfitti in guerra sacrificando i prigionieri nemici sulla tomba dei guerrieri caduti. La tradizione si sarebbe poi trasformata in veri e propri spettacoli di combattimento.
Fu l’imperatore Augusto a dare il via alla vera organizzazione dei “tornei”, considerati come una sorta di regalo per il popolo. E anche come modo per distoglierlo da problematiche più gravi. Il detto Panem et circenses a questo si riferisce.
Grazie a molti testi dell’epoca abbiamo notizie interessanti circa la vita dei gladiatori. L’attività iniziava con il sacramentum gladiatorium, un giuramento dalle implicazioni molto gravi (in sostanza accettavano di morire). Il corso degli studi prevedeva un periodo di addestramento nelle scuole, dove veniva garantito vitto e alloggio. Alcune ricerche tedesche hanno dimostrato che in fatto di alimentazione i gladiatori erano pressoché vegetariani, nutrendosi prevalentemente di grano, farro, legumi, rape, orzo e miglio. Per sopportare meglio l’angoscia della lotta e di una possibile morte, prima dell’incontro bevevano infusi di frutta e alcool.
Dopo l’iniziale parata, con la presentazione dei combattenti e l’omaggio all’editor, ovvero il finanziatore (imperatore o magistrato che fosse), si iniziava con degli innocui combattimenti simulati. E con l’esibizione di animali ammaestrati ed esotici, il più delle volte uccisi dai bestiarii. Poi, il programma prevedeva le esecuzioni dei criminali, gettati in pasto agli animali in veritiere rappresentazioni di leggende mitologiche o nei combattimenti con i gladiatori.
Nel pomeriggio, gli incontri veri e propri. Esistevano vari tipi di combattenti, caratterizzati dalle armature e dalle armi: Eques, Mirmillone, Trace, Secutor, Reziario, Scissor, Provocator e via di seguito. Il Reziario, per esempio, utilizzava la rete con dei pesi, tridente e pugnale. Il Secutor poteva inseguire l’avversario, aveva una spada e uno scudo liscio che lo copriva dalla testa alle ginocchia. Il Mirmillone era il Colosso, il Trace (da Tracia, la sua regione d’appartenenza tra Grecia, Bulgaria e Turchia) era protetto da uno scudo leggero. Il Dimachaerus non aveva protezioni ma aveva due gladi e due pugnali.
Spesso le arene erano inondate d’acqua e trasformante nel teatro delle naumachie, ovvero le battaglie navali, come si vede nel trailer di Il Gladiatore 2.
Nel caso rimanessero in vita, i gladiatori erano sempre curati dopo i combattimenti, poiché erano un investimento da salvare. Nel caso (raro, va detto) l’imperatore avesse proceduto con il pollice verso (o con altro gesto, in realtà non abbiamo contezza di quale fosse), la massima carica dell’Impero avrebbe dovuto ripagare il proprietario del lottatore. Capitolo gladiatrici. Sì, abbiamo notizie di lottatrici. Purché avessero superato i 20 anni. In ogni caso, l’impiego delle donne era ad assoluta discrezione dell’imperatore di turno.
Nerone non aveva problemi a vedere combattimenti fra donne e a gettare anche i bambini nell’arena. Settimio Severo, invece, bandì nel 200 d.C. gli spettacoli con gladiatrici che erano molto valorose. Indossavano delle armature a coprire il pube, ma combattevano a seno nudo o con le protezioni del Provocator. Ovvero, elmo, scudo rettangolare, gladio, schiniere sulla gamba sinistra, manica sulla destra.