Il caso di Julius ed Ethel Rosenberg rappresenta uno dei momenti più controversi della Guerra Fredda. Accusati di spionaggio a favore dell’Unione Sovietica, i due coniugi sono stati condannati a morte negli Stati Uniti e giustiziati nel 1953. La loro storia ha alimentato per decenni dibattiti politici, giudiziari ed etici, diventando il simbolo delle tensioni tra le due super potenze. Ma cosa è accaduto veramente?
Dopo la Seconda guerra mondiale, Stati Uniti e Unione Sovietica emergono come le due principali potenze globali. La competizione tra loro, però, si inasprisce con la corsa agli armamenti nucleari, innescando un periodo di paura e sospetto noto come Guerra Fredda. Nel 1949, poi, l’Unione Sovietica testa con successo la sua prima bomba atomica, sorprendendo gli Stati Uniti, che fino a quel momento avevano goduto di un monopolio nucleare.
A quel punto FBI e i servizi segreti americani iniziano un’indagine approfondita per scoprire come i sovietici siano riusciti a ottenere informazioni riservate sul progetto nucleare statunitense. In questo contesto si inserisce il caso Rosenberg. Julius Rosenberg, ingegnere elettrico, viene sospettato di essere un agente sovietico e di aver trasmesso informazioni segrete all’URSS. Le accuse si basano in gran parte sulla testimonianza di David Greenglass, cognato di Julius e tecnico presso il Progetto Manhattan, il programma segreto statunitense per lo sviluppo della bomba atomica.
Greenglass afferma di aver fornito ai Rosenberg schizzi e informazioni dettagliate sulla bomba, e che Julius li ha passati ai sovietici. Sua moglie, Ruth Greenglass, conferma questa versione. Le autorità, però, accusano anche Ethel Rosenberg, sostenendo che sia coinvolta nell’attività di spionaggio del marito e che abbia dattiloscritto documenti riservati destinati all’Unione Sovietica.

Il processo alla coppia inizia nel 1951 ed è segnato da un clima di forte tensione politica. Il senatore Joseph McCarthy, infatti, sta conducendo una feroce campagna contro il comunismo negli Stati Uniti, e l’opinione pubblica è fortemente influenzata dalla paura della sovversione interna. La giuria, dunque, dichiara i Rosenberg colpevoli e, nonostante le richieste di clemenza da parte di intellettuali e leader politici internazionali, nel 1953 i coniugi vengono condannati a morte e giustiziati sulla sedia elettrica nel carcere di Sing Sing.
Una condanna che, però, ha sollevato numerosi interrogativi. Molti hanno ritenuto che le prove contro Ethel fossero deboli e che la sua condanna fosse motivata più dal desiderio di fare pressione su Julius, che da reali evidenze del suo coinvolgimento.
Nel 1995, poi, il progetto VENONA, un’operazione di decrittazione dei messaggi sovietici, ha rivelato che Julius Rosenberg era effettivamente coinvolto nello spionaggio, sebbene le informazioni che aveva trasmesso fossero meno significative di quanto sostenuto durante il processo. Questi documenti non dimostravano, invece, un ruolo attivo di Ethel, alimentando ulteriori dubbi sulla legittimità della sua condanna.