Le Camicie Nere erano il simbolo distintivo dei fascisti italiani, nonché l’appellativo per le squadre paramilitari che combattevano i socialisti. Il loro modo di vestire era ispirato agli Arditi, unità d’élite della Prima Guerra Mondiale, che indossavano camicie e bandiere nere, sotto le uniformi, come simbolo di morte e guerra. Furono introdotte da Mussolini nel 1919 con la fondazione dei Fasci di Combattimento e giocarono un ruolo cruciale nella Marcia su Roma del 1922, contribuendo all’ascesa di Mussolini, ma con il crollo del regime fascista nel 1943 caddero in disgrazia.
Le Camicie Nere, note anche come “Squadre d’Azione,” rappresentano un capitolo tragico della storia italiana del XX secolo. Questo corpo, introdotto da Benito Mussolini e formalizzato come Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, fu uno strumento chiave per l’affermazione del regime fascista. L’origine del nome e dell’abbigliamento si rifà, come detto, all’eredità degli Arditi (ispiratori anche del fez) e alla loro simbologia bellica, utilizzata per incutere timore e consolidare il controllo politico.

Nei primi anni di attività, le Camicie Nere si distinsero per atti di violenza organizzata, distruggendo strutture e organizzazioni socialiste, comuniste, repubblicane, cattoliche e sindacali. Il loro obiettivo era quello di sopprimere qualsiasi opposizione politica e ideologica al nascente movimento fascista. Con il tempo, la loro influenza si estese, portando alla Marcia su Roma nell’ottobre 1922, un evento chiave che segnò l’ascesa al potere di Mussolini. Durante questa insurrezione, i fascisti sfruttarono il clima di disordine sociale e la paura della rivoluzione socialista per ottenere il sostegno della classe media e il controllo politico.
Nel 1924, le squadre fascisti uccisero il deputato socialista Giacomo Matteotti che, proprio in Parlamento, con un discorso che fece epoca, attaccò duramente il clima intimidatorio costruito dai fascisti. Segnando, di fatto il suo destino.
Il nero, associato alla morte e al conflitto, divenne il colore distintivo non solo dei membri militari ma anche dei simpatizzanti fascisti, spesso indossato durante cerimonie patriottiche e manifestazioni pubbliche. Con la formalizzazione del movimento nel 1923 come Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, le Camicie Nere acquisirono un carattere ufficiale, diventando una milizia nazionale che rafforzava il regime.