Il Columbus Day, che era solito ricorrere il 12 ottobre, è il giorno in cui negli Stati Uniti si festeggia l’approdo di Cristoforo Colombo sulle coste del nuovo mondo. A celebrarlo per la prima volta sono sono stati immigrati italiani a San Francisco nel 1869. Per farlo diventare una festività riconosciuta, però, si è dovuto aspettare il 1937, anno in cui il presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosvelt lo ha proclamato come ricorrenza nazionale.
Nel 1971, poi, è arrivato un altro cambiamento. Da quel momento, infatti, il giorno decretato per le celebrazioni non deve essere più forzatamente il 12 ottobre ma è fissato per il secondo lunedì del mese. Solitamente, dunque, il Columbus Day ha rappresentato una giornata di grande festa e di orgoglio, soprattutto per la comunità italoamericana. Oltre alla chiusura di scuole ed uffici, il momento più importante è sempre stata la parata, ossia la Columbus Day Parade, che si svolge a New York lungo Fifth Avenue, dalla 44th alla 72nd Street, con bande in festa, carri e figuranti suddivisi in circa 100 gruppi per un totale di 35.000 partecipanti.
Negli ultimi anni, però, le atmosfere festive sono state smorzate da alcune polemiche e rivalutazioni storiche. Ad essere preso in considerazione è soprattutto l‘atteggiamento colonialista di Colombo nei confronti delle popolazioni native, vittime di un vero e proprio genocidio perpetrato nei loro confronti. Tenendo conto di questo evento da non sottovaluta, dunque, molte comunità stanno proponendo delle feste alternative, dedicate soprattutto alla celebrazione delle popolazioni aborigene.