Il diamante Régent è una delle gemme più celebri e affascinanti della storia mondiale. Con i suoi 140,64 carati e un taglio a brillante quasi incolore con sfumature leggermente azzurre, questo straordinario diamante rappresenta non solo un capolavoro della natura e dell’arte orafa, ma anche un simbolo delle turbolenze storiche che hanno segnato l’Europa tra il XVII e il XIX secolo.
Scoperto nel 1698 nelle leggendarie miniere di Golconda, in India, il Régent ha attraversato oceani, rivoluzioni e guerre, passando di mano tra schiavi, mercanti, governatori, re e imperatori. Oggi è custodito ed esposto al Museo del Louvre di Parigi, nella prestigiosa Galleria di Apollo, dove continua ad attirare migliaia di visitatori affascinati dalla sua bellezza e dalla sua storia travagliata.
La leggenda delle origini del Régent è tanto tragica quanto avvincente. Secondo i racconti storici, il diamante fu scoperto da uno schiavo in fuga durante l’Assedio di Golconda. La gemma grezza pesava originariamente ben 426 carati, una dimensione straordinaria anche per gli standard dell’epoca. Lo schiavo, nella disperazione di fuggire dall’India, offrì a un mercante inglese il 50% del profitto sulla vendita del diamante in cambio di un passaggio sicuro verso l’Inghilterra. La storia, tuttavia, ebbe un epilogo tragico: il mercante lo derubò e lo uccise, impossessandosi dell’intera gemma.
Il diamante passò poi nelle mani del mercante Jamchand, prima di essere acquistato da Thomas Pitt, governatore britannico di Madras, per una cifra equivalente a circa 100.000 dollari dell’epoca. Pitt battezzò inizialmente la gemma con il proprio nome, e nel 1702 la fece trasportare segretamente in Inghilterra nascosta nel tacco della scarpa di suo figlio, un dettaglio che testimonia i rischi e le precauzioni necessarie per proteggere un tesoro di tale valore.
Una volta giunto in Inghilterra, il diamante fu sottoposto a un processo di taglio durato due anni, eseguito dalla ditta Harris con la tecnica del taglio a brillante, allora relativamente nuova e probabilmente sviluppata dai maestri gioiellieri di Venezia. L’operazione costò 5.000 dollari e ridusse il peso della gemma da 426 a 140,64 carati, circa 28 grammi. I frammenti ricavati dal taglio furono venduti separatamente, e alcuni finirono nelle mani dello zar di Russia Pietro il Grande.
Non mancarono le voci scandalose secondo cui Thomas Pitt avesse ottenuto il diamante con mezzi illeciti, leggende che furono persino immortalate dal poeta Alexander Pope nei suoi Saggi Morali. Questi sospetti contribuirono ad alimentare l’alone di mistero e maledizione che avrebbe accompagnato la gemma nei secoli successivi.
Dopo vari tentativi di vendita presso diverse corti europee, il 6 giugno 1717 il reggente di Francia, Filippo II di Borbone-Orléans, acquistò il diamante da Pitt per 135.000 sterline. Fu in questo momento che la gemma assunse il nome con cui è conosciuta ancora oggi: Le Régent, ovvero Il Reggente. All’epoca era considerato il diamante più grande del mondo e divenne immediatamente parte dei gioielli della corona di Francia.
Nel corso del XVIII secolo, il Régent fu incastonato in alcuni degli oggetti più simbolici della monarchia francese. Nel 1722 fu montato nella corona di Luigi XV, nel 1775 in quella di Luigi XVI e successivamente in un berretto destinato a Maria Antonietta. Nel 1791, alla vigilia della Rivoluzione Francese, il suo valore era stimato in 480.000 sterline, una cifra astronomica equivalente a oltre 61 milioni di sterline odierne.
Durante la Rivoluzione Francese, nel 1792, il Régent fu rubato insieme ad altri preziosi gioielli della Corona, tra cui il celebre Bleu de France (poi noto come diamante Hope) e l’Hortensia. Fortunatamente, il Régent fu presto ritrovato, nascosto fra le travi di una soffitta parigina. Il Direttorio ne prese custodia e lo utilizzò ripetutamente come garanzia per ottenere prestiti destinati a finanziare le campagne militari della giovane Repubblica.
Nel 1797, il diamante fu impegnato per finanziare la campagna d’Italia comandata dal generale Napoleone Bonaparte. Cinque anni dopo, ormai primo console, Bonaparte riscattò personalmente la gemma da alcuni usurai ebrei di Berlino per tre milioni di franchi. Napoleone sviluppò un legame particolare con il Régent: lo fece incastonare sull’elsa della sua spada cerimoniale e lo esibì con orgoglio durante la sua incoronazione a imperatore nel 1804.

Durante l’esilio di Napoleone, sua moglie Maria Luisa portò il Régent prima nel castello di Blois e poi in Austria. L’imperatore austriaco Francesco II, tuttavia, comprese l’importanza storica della gemma e la restituì prontamente alla Francia, riconoscendola come parte inalienabile del patrimonio nazionale francese. Il diamante fu immediatamente reinserito nel tesoro reale.
La storia del Régent continuò con le monarchie successive: fu montato sulle corone di Luigi XVIII, Carlo X e Napoleone III. Infine, fu incastonato in uno splendido diadema creato per l’imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III. Questo diadema rappresenta l’ultima collocazione “monarchica” del diamante prima della nascita della Terza Repubblica.
Con l’abolizione del Secondo Impero nel 1870, il nuovo governo repubblicano francese decise di vendere gran parte dei gioielli della Corona per simboleggiare la rottura con il passato monarchico. Tuttavia, le pietre di eccezionale valore storico, tra cui il Régent, furono salvate dalla vendita e dichiarate patrimonio nazionale. Dopo essere state incamerate nel tesoro dello Stato, furono destinate all’esposizione pubblica.
Dal 1887, il diamante Régent è visibile al Museo del Louvre, dove continua a rappresentare uno dei pezzi più ammirati della collezione. La sua collocazione nella Galleria di Apollo, uno degli spazi più sontuosi del museo, sottolinea l’importanza storica e artistica della gemma. All’ultima stima, il valore del Régent è stato valutato in circa 48 milioni di sterline, anche se il suo valore storico e simbolico è considerato inestimabile. La recente rapina al Museo del Louvre ha interessato proprio i gioielli di questa collezione, ma sia il diamante Régent che la corona dell’imperatrice Eugenia sono scampati al furto.
Perché il Régent è considerato un diamante maledetto? La reputazione deriva dalla lunga serie di scandali, sfortune e tragedie che hanno colpito molti dei suoi proprietari. Dallo schiavo assassinato che lo scoprì, ai sospetti di furto su Thomas Pitt, dalla decapitazione di Luigi XVI e Maria Antonietta all’esilio di Napoleone, fino al crollo del Secondo Impero: la storia del Régent sembra intrecciata con destini tragici e rivolgimenti epocali. Come molte altre gemme leggendarie, il diamante ha alimentato credenze popolari secondo cui porterebbe sfortuna a chi lo possiede.