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Home » Cultura » Storia » Cos’era il Dagherrotipo e come cambiò la storia?

Cos’era il Dagherrotipo e come cambiò la storia?

Il dagherrotipo, inventato nel 1839, è la prima fotografia: ecco come rivoluzionò insieme l'arte e la scienza.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino9 Gennaio 2025
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Dagherrotipo
Un tipico dagherrotipo ottocentesco (fonte: The Historic New Orleans Collection)
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Il dagherrotipo, inventato da Louis Daguerre e annunciato ufficialmente il 9 gennaio del 1839, rappresenta una pietra miliare nella storia della fotografia. Questa tecnica rivoluzionaria permetteva di catturare immagini dettagliate e renderle permanenti, di fatto anticipando quelli che sono gli scatti. Grazie a questa invenzione, il XIX secolo assistette a una nuova era visiva, che avrebbe cambiato per sempre il nostro modo di vedere il mondo.

Il dagherrotipo fu il primo processo fotografico pratico e di successo, sviluppato da Louis Daguerre in collaborazione con Nicéphore Niépce. Consisteva nell’utilizzo di una lastra di rame rivestita con argento lucido, sensibilizzata alla luce tramite vapori di iodio e bromio. Dopo essere stata esposta alla luce in una camera oscura, la lastra veniva trattata con vapori di mercurio per sviluppare l’immagine. Questa si fissava poi con una soluzione di cloruro di sodio o, successivamente, con iposolfito di sodio, per impedirne l’ulteriore sviluppo.

Prima foto della luna
Prima foto della Luna (fonte: Passione Astronomia)

Le immagini prodotte erano incredibilmente dettagliate e uniche, poiché il processo non prevedeva la creazione di negativi. Tuttavia, erano anche delicate. Ogni dagherrotipo, infatti, veniva sigillato in una cornice protettiva per preservarne la qualità e proteggerlo dall’usura. Questo processo produceva immagini specchiate, invertite da destra a sinistra, un dettaglio evidente soprattutto nelle fotografie urbane o nei soggetti con scritte.

Il dagherrotipo ebbe un enorme successo commerciale a partire dagli anni ’40 dell’Ottocento, soprattutto per i ritratti. L’evoluzione delle lenti e l’uso del bromio ridussero i tempi di esposizione da oltre 10 minuti a circa un minuto, rendendo la fotografia più accessibile e pratica. Ogni immagine era un oggetto unico, tanto che le prime fotografie venivano custodite in eleganti custodie di pelle o materiale termoplastico.

Nonostante il successo iniziale, il dagherrotipo venne gradualmente sostituito dalla tecnica al collodio umido, più versatile e capace di produrre copie multiple da un negativo. Tuttavia, l’impatto storico del dagherrotipo è incalcolabile. Non solo ha segnato l’inizio dell’era fotografica, ma ha anche offerto uno strumento senza precedenti per documentare la realtà, immortalare volti e paesaggi e rivoluzionare il modo in cui gli esseri umani interagiscono con le immagini. Grazie al dagherrotipo, infine, si fecero i primi esperimenti con le foto astronomiche, in particolare della Luna.

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