Quante e quanti di noi sanno dare un corpo ai filosofi studiati a scuola? Prendiamo Platone, ad esempio, uno dei maggiori rappresentanti del pensiero greco. Dove ha vissuto, ma soprattutto dove si trovano i suoi resti? Alla domanda hanno risposto i responsabili del progetto Greek Schools e in particolare il papirologo Graziano Ranocchia dell’Università di Pisa. Grazie alla lettura dei papiri di Ercolano ora sappiamo esattamente che Platone riposa nel giardino a lui riservato all’interno dell’Accademia di Atene. Vicino al cosiddetto Museion, l’osacello sacro alle Muse. A rendere possibile la scoperta, una nuova lettura del papiro contenente la Storia dell’Accademia di Filodemo di Gadara.
10 nuovi frammenti del prezioso reperto hanno dato, quindi, importanti notizie. Abbiamo scoperto, infatti, che Platone fu venduto come schiavo sull’isola di Egina nel 404 a.C., all’epoca della conquista spartana dell’isola. Il margine di errore può anche far pensare al 399 a.C., subito dopo la morte di Socrate. Sicuramente, non nel 387 a.C. durante il suo soggiorno in Sicilia alla corte di Dionisio I di Siracusa.
La scoperta sembra poca cosa ai profani, in realtà parliamo di informazioni notevoli. “Si tratta di un salto di qualità enorme, anche se lo studio è solo alle battute iniziali: l’impatto reale sul piano delle conoscenze lo vedremo solo nei prossimi anni“, dice Ranocchia. Lo studio condotto con l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale e l’Istituto di Linguistica Computazionale del Consiglio Nazionale delle Ricerche si è addentrato nell’ultima notte del filosofo. E ha anche mostrato un quadro in cui la corruzione era all’ordine del giorno. In particolare, il filosofo accademico Eraclide Pontico avrebbe “manomesso” l’oracolo di Delfi.
L’uso combinato di due tecnologie, la tomografia a coerenza ottica e l’imaging iper spettrale a infrarossi, ha reso possibile la scoperta. Grazie a questo nuovo approccio, gli esperti hanno decifrato gli strati multipli del papiro. Sopravvissuti, lo ricordiamo, all’eruzione del Vesuvio nel 79 d. C.