“Fuga per la vittoria” del 1981, diretto da John Huston, è liberamente ispirato alla “partita della morte” tenutasi a Kiev il 9 agosto 1942 tra una mista di calciatori di Dynamo e Lokomotiv e una squadra composta da ufficiali dell’aviazione tedesca Luftwaffe. Tuttavia, la realtà storica presenta significative differenze rispetto alla versione cinematografica.
Nell’autunno del 1941, dopo che le truppe tedesche presero il controllo della capitale ucraina, un imprenditore locale di nome Josef Kordik ebbe l’idea di creare una nuova squadra di calcio. Raccolse i migliori atleti rimasti in città, tutti ex membri delle principali società calcistiche locali, Lokomotiv e Dinamo, che ora si trovavano senza lavoro a causa della guerra.
Questi sportivi, per sopravvivere sotto l’occupazione, erano stati costretti ad accettare impieghi umilianti in stabilimenti che producevano viveri per le forze armate tedesche. La nuova formazione, battezzata Start, iniziò a disputare incontri ufficiali dalla primavera del 1942, collezionando una serie straordinaria di successi che attirò l’attenzione delle autorità occupanti.
Questa formazione, chiamata Start, a partire dal giugno 1942 riuscì a vincere tutte e dieci le partite che i tedeschi avevano permesso si giocassero per dare una sorta di contentino alla popolazione locale.
Il momento culminante arrivò quando la Start fu chiamata a confrontarsi con la Flakelf, una selezione di piloti della Luftwaffe particolarmente motivati dopo aver subito una precedente battuta d’arresto proprio contro i calciatori ucraini.
Sugli spalti c’erano circa 2.000 spettatori presenti che pagarono molto il loro biglietto. Durante l’incontro, i tedeschi diedero inizio alla partita con un gioco violento e provocatorio e passarono in vantaggio.
La gara iniziò con un approccio aggressivo da parte degli avversari tedeschi, che riuscirono a portarsi in vantaggio. Tuttavia, la risposta ucraina non si fece attendere: prima Kuzmenko pareggiò i conti con un tiro dalla lunga distanza, poi Goncharenko firmò una doppietta che ribaltò completamente il risultato.
L’episodio più significativo si verificò durante la pausa tra i due tempi, quando un ufficiale delle SS entrò negli spogliatoi per intimorire i giocatori locali, minacciando gravi conseguenze in caso di vittoria.
Nonostante le tensioni comprensibili, nel secondo tempo, dopo uno sbandamento iniziale che permise ai tedeschi di portarsi sul 3-3, lo Start decollò e segnò altre due volte, portando il risultato sul 5-3.
Ovviamente, le cose per la Start non andarono bene. Il primo ad essere portato via fu Nikolai Korotkikh, un ufficiale in servizio della polizia segreta che morì dopo venti giorni di tortura nel quartier generale della Gestapo. Gli altri calciatori subirono un destino simile, venendo deportati nel campo di concentramento di Syrec.
Il film di Huston, che brilla anche alla presenza di veri calciatori, tra i quali il re assoluto, Pelé, ha quindi amplificato alcuni elementi drammatici per aumentare l’impatto cinematografico, trasformando una vicenda già di per sé tragica in una storia ancora più spettacolare, con la fuga durante la partita che nella realtà non avvenne mai.