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Home » Cultura » Storia » Il “Pirellone”, storia del grattacielo simbolo di Milano (che oggi compie 65 anni)

Il “Pirellone”, storia del grattacielo simbolo di Milano (che oggi compie 65 anni)

Frutto dell'architettura razionalista, il grattacielo Pirelli è uno dei cuori di Milano, ecco chi lo ha creato e quando.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino4 Aprile 2025
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Il Grattacielo Pirelli
Il Grattacielo Pirelli (fonte: Archiportale)
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Il Grattacielo Pirelli, noto affettuosamente come “Pirellone”, è un’icona architettonica che domina lo skyline di Milano. Progettato dal celebre architetto Gio Ponti, in collaborazione con un’equipe di ingegneri, tra cui Pier Luigi Nervi, la sua costruzione iniziò nel 1956 e terminò nel 1960. Con i suoi 127 metri di altezza e 31 piani, è stato a lungo l’edificio più alto della città, un simbolo di modernità e progresso.

Inaugurato il 4 aprile 1960, il Pirellone fu originariamente commissionato dalla società Pirelli per ospitare i propri uffici, ma nel 1978 è stato acquistato dalla Regione Lombardia, diventando la sua sede principale. Ancora oggi, l’edificio ospita gli uffici del Consiglio Regionale della Lombardia, oltre a spazi espositivi e culturali.

Un'immagine del Pirellone
Un’immagine del Pirellone (fonte: Corriere Living)

Il grattacielo è un esempio emblematico di architettura razionalista. La sua struttura innovativa, caratterizzata da una forma allungata e sottile, e l’uso di materiali come il cemento armato e il vetro, ne hanno fatto un modello per la costruzione di grattacieli in tutto il mondo.

La sua presenza imponente e il suo design iconico lo hanno reso anche un set cinematografico ambito. Il Pirellone è apparso in diversi film, tra cui “La notte” di Michelangelo Antonioni (1961) e “Milano Calibro 9” di Fernando Di Leo (1972), contribuendo a cementare il suo status di simbolo della città.

Il 18 aprile 2002 un aereo da turismo pilotato dall’italo-svizzero Luigi Fasulo si schiantò contro il 26º piano del palazzo, danneggiando gravemente la struttura esterna e sventrando due piani. L’incidente provocò tre morti: il pilota e due donne, Anna Maria Rapetti e Alessandra Santonocito, dipendenti della Regione Lombardia. Oggi, in quel luogo, c’è un memoriale dedicato alle vittime.

Dopo un lungo restauro, il grattacielo è stato riaperto e da fine maggio 2005 è tornato a ospitare il Consiglio regionale della Lombardia, che vi ha sede tuttora.

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