Jackie Kennedy, First Lady e moglie del Presidente John Fitzgerald Kennedy, è sempre stata considerata come un’icona di stile grazie al suo gusto raffinato e, soprattutto, alla capacità d’indossare con eleganza qualsiasi capo. Nonostante questo, però, c’è un abito, tra tutti, entrato drammaticamente nella Storia. Ovviamente si tratta del tailleur rosa bordato di blu firmato da Chanel con l’immancabile cappello a tamburello abbinato.
La mise, infatti, è stata indossata da Jacqueline durante la visita a Dallas del 22 novembre 1963, che si sarebbe rivelato essere uno dei giorni più drammatici della sua esistenza. In quell’occasione, infatti, il Presidente viene assassinato mentre viaggia sulla Lincoln Continental scoperta accanto alla moglie. Le immagini di quei secondi drammatici sono impressi nella memoria collettiva, compreso il momento in cui Jackie si piega sul marito cercando di fermare l’emorragia e sporcando inevitabilmente il suo abito. Ma, prima di questo triste epilogo, come è arrivato l’abito tra le mise della donna più elegante d’America?
La storia di un tailleur rosa
Tra gli anni cinquanta e sessanta il tailleur era diventato un capo essenziale che qualsiasi signora dell’alta borghesia doveva possedere per essere chic. Quello scelto da Jackie Kennedy, però, non era un modello qualsiasi. Apparteneva, infatti, alla collezione autunno/inverno di Chanel del 1961 e si proponeva il compito di lanciare l’immagine di una donna raffinata eppure moderna ed indipendente. Un messaggio femminista, però, mitigato dalla scelta di quello che veniva definito come il “Rosa Mamie”, visto che era stato lanciato da Mamie Eisenhower. Presumibilmente, dunque, la giovane first lady ha cercato di entrare nell’era moderna con uno sguardo alla tradizione. Giusto per non turbare troppo la società americana più tradizionalista.
Il tailleur, comunque, era anche uno degli abiti preferiti da Kennedy. Il Presidente, infatti, si è sempre interessato allo stile della moglie accompagnandola, ad esempio. nell’atelier delle Sorelle Fontana durante una loro visita a Roma. Di fatto, era assolutamente consapevole del fascino raffinato rappresentato da Jackie e, in occasione del suo viaggio in Texas, aveva deciso di sfruttarlo a suo vantaggio. Le cronache del tempo, infatti, narrano che, poco prima della loro partenza, JFK abbia chiesto alla moglie di mostrargli cosa intendesse indossare per l’occasione. A ricordare quel particolare momento è stata proprio la stessa Jackie durante l’intervista con con William Manchester, una delle poche rilasciate dopo l’assassinio del Presidente. Di seguito un estratto.
Ci saranno tutte quelle ricche donne repubblicane a quel pranzo… che indossano pellicce di visone e bracciali di diamanti. E tu devi apparire meravigliosa come ognuna di loro. Sii semplice – mostra a quelle texane cosa è davvero il buon gusto. Quindi [Jaqueline Kennedy] entrò e uscì dalla stanza del presidente, tenendosi dei vestiti davanti. Gli abiti scelti – tempo permettendo – erano tutti “veterani” nel suo guardaroba: vestiti beige e bianchi, blu e gialli, e, per Dallas, un abito rosa con colletto blu ed un cappellino a tamburello coordinato.
In questo senso, dunque, possiamo dire che fu lo stesso Kennedy, in modo del tutto involontario, a scegliere l’abito con cui Jacqueline sarebbe entrata per sempre nella Storia.
Un abito simbolo
Quel tailleur, dunque, è diventato un simbolo. E questo sembra che sia accaduto proprio per volontà della stessa Jackie. Di ritorno da Dallas, infatti, la giovane vedova si rifiuta di cambiarsi per far in modo che l’America veda chiaro di fronte ai propri occhi l’orrore che è accaduto. A mostrarlo, senza alcun ombra di dubbio, infatti, sono le macchie di sangue del Presidente Kennedy sulla gonna e sulla giacca.
In questo modo, dunque, l’abito diventa la coscienza o, se volgiamo, la presa di coscienza di tutto un paese. Ma che fine ha fatto oggi e dove si trova? Al suo arrivo alla Casa Bianca, Jackie si tolse l’abito ed una cameriera lo ripose in una scatola. Questa, in seguito al trasloco, è stata spedita alla madre di Jacqueline che, con un gesto istintivo, l’ha riposta scrivendo sopra “22 novembre 1963”. Solo alla sua morte l’abito è stato consegnato agli archivi nazionali dove si trova ancora oggi fuori dalla vista del pubblico e in una condizione perfetta per la sua conservazione, senza mai essere stato lavato. E, i pochi che hanno avuto l’occasione di vederlo, hanno testimoniato quanto il suo potere storico ed emotivo sia ancora intatto, esattamente come le macchie che lo caratterizzano.