Tra i tanti spettacoli a cui siamo in grado di assistere quando osserviamo il cielo, uno dei più suggestivi è senz’altro il passaggio delle comete: un fenomeno raro e particolare che gli scienziati devono spesso studiare basandosi in gran parte sulle ricerche dei loro predecessori, dato il lungo intervallo che può intercorrere tra un passaggio e l’altro di una stessa cometa dalla nostra area del sistema solare; e per alcune comete questo intervallo può anche essere di migliaia di anni. Un discorso diverso è invece quello della cosiddetta cometa di Halley, probabilmente la più famosa della storia dell’umanità poiché in numerose epoche storiche ne è stato avvistato il passaggio.
La cometa di Halley, chiamata ufficialmente 1P/Halley, è una cometa periodica che fu avvistata per la prima volta dall’uomo il 25 maggio del 239 a.C., in Cina: a documentarne il passaggio sono degli astronomi della dinastia Qin; segue un altro passaggio nel 164, uno nell’87 e uno nel 12 a.C., che qualcuno fa corrispondere con il passaggio della Stella di Betlemme. Le prime testimonianze del passaggio di questa cometa nel primo millennio d.C. ci arrivano invece dal Talmud, che cita l’apparizione di una stella ogni 70 anni, che “rende confusa la volta celeste inducendo in errore i capitani delle navi”: si ritiene che quest’apparizione possa aver provocato la rivolta degli Israeliti che durò fino al 73 e si concluse con la distruzione del Tempio di Gerusalemme.

Altri avvistamenti della cometa di Halley particolarmente degni di nota sono:
- Il 28 giugno 451, in corrispondenza della sconfitta di Attila a Chalons;
- Il 2 ottobre 684, documentato e raffigurato per la prima volta nella storia nelle cronache di Norimberga;
- Nel 1066, quando fu considerato un presagio e fu seguito dalla morte di re Aroldo II d’Inghilterra nella battaglia di Hastings; è ampiamente documentato e rappresentato sull’Arazzo di Bayeux.
- Nel 1910, quando fu fotografata per la prima volta;
- Nel 1986, quando l’osservazione diretta della cometa fu ostacolata in molte zone dall’inquinamento terrestre ma furono lanciate numerose sonde con l’obiettivo di studiarla da vicino.
Ma perché la cometa di Halley ha questo nome? L’astronomo e matematico inglese Edmond Halley non fu, come pensano alcuni, il primo ad avvistarla, ma ad identificare la cometa avvistata nel 1682 come la stessa avvistata nel 1531 (documentata da Pietro Apiano) e nel 1607 (osservata da Keplero): egli giunse alla conclusione che questa cometa si presentava alla vista degli scienziati ogni 76 anni, e ne predisse il ritorno per la fine del 1758 o l’inizio del 1759. Nonostante sia morto prima di poterlo scoprire, i suoi calcoli si rivelarono esatti: la cometa passò vicina alla Terra a Natale del 1758, e successivamente altre tre volte: 1835, 1910 e 1986. Si prevede che il prossimo passaggio al perielio (il punto più vicino al sole) da parte della cometa di Halley avverrà il 28 luglio 2061.