Il 20 novembre del 1995 Lady Diana concede alla BBC un’intervista esclusiva destinata ad entrare nella storia del costume e non solo. Quelle immagini, infatti, fanno ancora discutere e sono la prima testimonianza in cui la Principessa del Galles svela la relazione extraconiugale del marito, il Principe Carlo, con la frase ormai memorabile “Eravamo in tre in questo matrimoni, un po’ troppo affollato“. Oltre a questo, poi, Diana parla anche a cuore aperto dei suoi problemi di bulimia e di quanto la famiglia reale non avesse avuto nessun tipo di empatia per la situazione.
Ad oggi, però. si apre un altro capitolo su queste dichiarazioni destinate a scuotere non poco le fondamenta della corona e di casa Windsor. Dopo una lunga indagine condotta da Lord John Dyson, alto magistrato a riposo, infatti, si è arrivati alla conclusione che l’intervista sia stata estorta con l’inganno.
A condurre la questione, dunque, è stato il giornalista Martin Bashir, accusato di aver manipolato la principessa attraverso falsi documenti. Bashir, infatti, sembra aver mostrato a Diana e a suo fratello dei falsi estratti conto bancari che suggerivano un complotto ai danni della famiglia Spencer da parte di agenti dell’MI6, per metterli in cattiva luce con l’opinione pubblica a vantaggio della famiglia reale. Questi documenti infondati instillarono in Diana il sospetto che fosse costantemente spiata e minacciata, rendendola più vulnerabile e disposta a confidarsi con lui.
Per la BBC, che al tempo cercò di chiudere il caso con una frettolosa indagine, rimane una macchia importante sulla reputazione dell’emittente e sulla sua attendibilità. Per questo motivo, dunque, all’attuale direttore generale non rimane che accettare la conclusione poco onorevole e porgere delle sentite scure alla famiglia Spencer e ai figli di Lady Diana. Da parte sua, invece, Bashir si scusa solamente a metà. Pur ammettendo di aver ottenuto quell’incontro con metodi ingannevoli, rivendica con orgoglio un’intervista unica nel suo genere.
In questo modo discutibile e non pienamente soddisfacente, dunque, si mette fine ad una lunga questione in sospeso che il conte Spencer, probabilmente, sentiva di avere ancora con la memoria di sua sorella, diventata veramente vittima di una stampa famelica.