Tra poche ore conosceremo il nome del prossimo presidente americano. Come vi abbiamo già spiegato, non si tratta di un’elezione diretta. Il lavoro grosso, per così dire, sarà svolto dai grandi elettori, delle figure politiche assegnate a ogni Stato, in numero proporzionale alla sua popolazione. Saranno loro, successivamente, a eleggere di fatto il nuovo capo della Casa Bianca. La scelta di non far votare direttamente il presidente è stata voluta dai padri fondatori nella Costituzione siglata nel 1787. Si voleva evitare il voto di “pancia” mettendo, introducendo una figura mediana, ovvero il grande elettore.
Per i Padri Costituenti, i cittadini non avrebbero avuto la sensibilità giusta per individuare la persona che avrebbe dovuto rappresentare la nazione. Così, sono stati individuati i grandi elettori.
Come detto, a ogni Stato, in precedenza, viene assegnato un numero di grandi elettori in base alla popolazione. La California ne ha 55, mentre il Wyoming ne ha 3. Cosa fanno? Di solito sostengono il candidato che conquista il maggior numero di voti nel proprio Stato. Basta un solo voto di vantaggio per far vincere, al candidato, tutti i grandi elettori di quello Stato, in base a un sistema maggioritario. Si tratta del cosiddetto winner takes all, in vigore in tutti gli stati, tranne Nebraska e Maine, dove vige il proporzionale.
I grandi elettori, lo ricordiamo, sono 538, numero che corrisponde alla somma dei rappresentanti statunitensi (435), dei senatori (100) e di 3 grandi elettori assegnati alla capitale Washington, che non appartiene ad alcuno Stato. Per vincere un candidato presidenziale ha bisogno dell’appoggio di almeno 270 grandi elettori.