Rudolf Hoss, il gerarca nazista la cui storia è stata raccontata nel film La zona d’interesse, è stato condannato a morte nel 1947 e ucciso per impiccagione. La cattura dell’uomo responsabile del campo di concentramento di Auschwitz, nonché ideatore dell’uso del gas Zyklon B per uccidere milioni di ebrei, fu molto rocambolesca.

Sul finire della Seconda Guerra Mondiale, quando ormai la Germania si apprestava ad essere sconfitta, Hoss ricevette l’incarico dal superiore Heinrich Himmler di sgomberare i lager, nel mirino delle forze alleate. Le operazioni non furono indolori per i prigionieri, che o morirono d’inedia o furono uccisi per strada dai soldati tedeschi per la loro lentezza. Per evitare di dare informazioni preziose agli Alleati, Himmler diede a Hoss una capsula di cianuro da assumere nel caso fosse finito nelle loro mani.

Fuggì e si nascose sotto falsa identità nella Wermacht. Fu catturato una prima volta dagli inglesi e liberato per mancanza di dati che facessero risalire alle sue generalità. Nel 1946, dopo 8 mesi di latitanza, dopo aver trovato lavoro all’interno di una fattoria, fu arrestato. Tuttavia, la capsula tossica era già rotta e non poté suicidarsi. Il militare raccontò allora a grandi linee gli orrori di cui si era macchiato al campo di concentramento polacco.
Partecipò al processo di Norimberga in qualità di testimone per la difesa del comandante della Gestapo Ernst Kaltenbrunner, senza lesinare sui dettagli, anche cruenti, della vita nel lager. Ma fu condannato per i crimini di Auschwitz dalla Corte Suprema di Varsavia. Il 16 aprile 1947 venne ucciso davanti all’ingresso del crematorio di Auschwitz.