Le tarantelle, in napoletano, indicano un susseguirsi di problemi e complicazioni, oppure di discussioni non gravi, ma ripetitive. Ad esempio, se si passa mezza giornata a sbrigare una serie di pratiche burocratiche senza risolvere nulla, si può dire di aver “fatto tarantelle” per tutta la mattina. Allo stesso modo, se si prevedono discussioni in vista (magari già avute in precedenza), vi capiterà di sentire “facimm tarantelle”, o ad esempio “Non prendere la macchina di tuo fratello, altrimenti facciamo tarantelle”
Questo termine in dialetto napoletano, molto diffuso, prende spunto dall’omonimo ballo popolare, proprio perché certe situazioni problematiche sono un “saltellare” continuo da una questione all’altra, senza sosta, girandoci anche attorno. Insomma, dovete andare al comune a sbrigare delle pratiche e sapete già che sarà una cosa lunga? Preparatevi a “ballare” o a fare tarantelle da un ufficio all’altro.
Spesso a Napoli si sente dire, in risposta ad una presa di posizione che potrebbe portare discussioni: “Evabbè, facimm tarantelle”, con rassegnazione. Perché alcune tarantelle sono evitabili, altre no: se c’è da “ballare”… si balla.