Acquistare un’opera d’arte a pochi spiccioli e scoprire che si tratta di un capolavoro perduto di Vincent van Gogh sembra un sogno, ma è esattamente ciò che è accaduto a un collezionista anonimo in Minnesota. Il quadro, intitolato “Elimar”, è stato identificato come un autentico Van Gogh del 1889 grazie a un’analisi durata quattro anni condotta da un team di esperti internazionali. Ma come si riconosce un autentico Van Gogh? Quali passaggi seguono gli studiosi per accertare la paternità di un’opera?
Per determinare l’autenticità di un dipinto, gli esperti adottano un metodo combinato che integra tecnologia avanzata e conoscenze storico-artistiche. Il primo passo consiste in un’analisi dettagliata della tela e dei pigmenti. Nel caso di “Elimar”, gli studiosi hanno riscontrato che la tessitura della tela corrispondeva a quelle utilizzate da Van Gogh nello stesso periodo. Inoltre, i colori impiegati erano compatibili con le vernici in commercio in Francia alla fine del XIX secolo, compreso un particolare pigmento rosso tipico delle sue opere.
Le analisi radiografiche e a infrarossi rivelano dettagli nascosti sotto la superficie del dipinto. Spesso Van Gogh riutilizzava tele già dipinte o modificava la composizione originale. L’osservazione in profondità aiuta a confrontare le tecniche con quelle note dell’artista, evidenziando tratti caratteristici come pennellate spesse e movimenti circolari del colore.
Un elemento sorprendente emerso dall’analisi di “Elimar” è stato il ritrovamento di un capello intrappolato nella pittura. Sebbene il DNA fosse troppo deteriorato per una conferma definitiva, l’analisi ha suggerito che provenisse da un uomo vissuto nella Francia dell’epoca, rafforzando la connessione con Van Gogh.
L’ultimo passaggio fondamentale è la verifica della provenienza, ovvero la storia documentata del dipinto. “Elimar” non era stato precedentemente catalogato, ma il soggetto ritratto e lo stile rispecchiano alcune delle “traduzioni” che Van Gogh realizzava ispirandosi ad altri artisti, in questo caso il pittore danese Michael Ancher. Anche le lettere di Van Gogh possono offrire indizi cruciali: l’artista scriveva spesso dei suoi lavori e della sua tecnica, fornendo dettagli preziosi per le attribuzioni.
Nonostante il rigoroso esame condotto dal LMI Group International, il Van Gogh Museum di Amsterdam non ha ancora riconosciuto ufficialmente l’opera. Questo passaggio è cruciale, poiché un’attribuzione ufficiale determina il valore e l’inserimento del dipinto nel corpus riconosciuto dell’artista.