Chiavette USB sono apparse nei muri di moltissime metropoli di tutto il mondo e se vi state interrogando sul loro significato, sappiate che fanno parte del progetto Dead Drops. Si tratta di una rete di condivisione di file peer to peer anonima e offline in spazi pubblici. Le chiavette USB, funzionanti, vengono inserite nei muri, edifici e marciapiedi e sono accessibili a chiunque. Qualsiasi persona che sia nei paraggi può caricare o scaricare file e documenti su una chiavetta. Basta collegare il laptop a un muro, a una casa o a un palo ed iniziare così a condividere contenuti con la comunità. Senza bisogno del wi-fi.
La chiavetta, inserita in un muro e fissata con cemento a presa rapida, all’inizio è vuota, eccetto che per il file README.txt che spiega come accedere al progetto passo passo. Il nome deriva dal metodo Dead drop (o dead letter box) usato per lo scambio di informazioni nell’ambito dello spionaggio (vi sentite anche voi un po’ James Bond?). Ad oggi in tutto il mondo ci sono 2276 USB cementate al muro per 70475 GB. In Italia se ne trova una novantina, di cui 14 a Roma, nei pressi delle varie università, e 11 a Milano.
“Si tratta di un intervento mimetico nello spazio pubblico, in cui l’artista tedesco Aram Bartholl inserendo nei muri di alcune città delle porte USB da cui scaricare contenuti anonimi, come foto, brani musicali, testi e video, oltre a poterne caricare altri, vuole ribadire il principio di partecipazione e condivisione democratica di cui si sente tanto la mancanza nel web” dichiara Lorenza Pignatti, critica d’arte e docente alla Naba di Milano nel suo ultimo libro, uscito lo scorso mese dal titolo: Cartografie radicali. Attivismo, esplorazioni artistiche, geofiction, edito da Meltemi, 2023.
“Il progetto ha avuto inizio a New York nel 2010 quando l’artista era in residenza a EYEBE-AM, dove ha installato le prime cinque porte USB. Da allora sono diventate centinaia, sparse in diverse città del mondo, che è possibile individuare grazie a un database online sul sito del progetto, che ne attesta la posizione, la capienza e la data di creazione” ha proseguito Lorenza Pignatti. In alcune città come Roma, molte chiavette USB sono state murate ma, nonostante questo, lo spazio di condivisione digitale e anonimo aperto al pubblico continua ad ampliarsi sempre più spedito e a macchia d’olio.