L’intelligenza artificiale è ormai presente in qualsiasi tecnologia, ed è entrata a far parte della nostra vita quotidiana pur non cessando di generare discussioni più o meno accese. Pochi si interrogano però sulle origini del cosiddetto machine learning (ML), ossia la capacità di una macchina di imparare dai dati e migliorare le proprie prestazioni senza essere esplicitamente programmata. Uno dei primi esempi di questo processo, diventato poi un ramo specifico dell’intelligenza artificiale, è il Theseus o Theseus Maze, realizzato dal matematico e ingegnere americano Claude Shannon.
Nel 1950 Shannon, già considerato uno dei più brillanti scienziati del suo tempo, progettò e costruì con l’aiuto della moglie una macchina che chiamò Theseus (“Teseo”) che consisteva in un piccolo topo meccanico che si muoveva attraverso un labirinto dalle pareti metalliche che potevano essere ruotate e spostate a piacimento. Il dispositivo trae il suo nome dall’omonimo personaggio della mitologia greca che, imprigionato nel labirinto del Minotauro, riuscì a trovare l’uscita grazie a un filo che aveva usato per tracciare il proprio passaggio.

E proprio come quel Teseo leggendario, anche quello elettromeccanico ideato da Shannon era in grado di “ricordare” il suo percorso. In realtà gran parte della tecnologia non risiedeva nel topo in sé, troppo piccolo per contenere un computer con queste caratteristiche e realizzato semplicemente in legno, ma anche dotato di un magnete a barra e dei baffi ricavati da dei cavi di rame: la macchina vera e propria risiedeva nel labirinto, sotto la cui superficie erano posizionati dei circuiti a relè telefonico riutilizzati allo scopo di ricordare e imparare da quanto appreso.
Sotto il pavimento metallico del labirinto, infatti, un elettromagnete montato su un carrello alimentato a motore era in grado di muoversi verso nord, sud, est o ovest; e a ogni movimento del magnete ne seguiva uno di Teseo. Ogni volta che i suoi baffi di rame toccavano una delle pareti metalliche, chiudendo il circuito, vi erano due conseguenze: la prima era che l’interruttore del circuito coinvolto passava da “On” a “Off”, registrando la presenza di una parete in un determinato spazio; la seconda era una rotazione di 90° in senso orario da parte di Teseo, nonché uno spostamento in avanti.
In questo modo, il “topo” si muoveva in modo sistematico attraverso il labirinto fino a raggiungere l’obiettivo prestabilito, registrando a ogni passo la presenza di un’uscita o di una parete. Una volta completato il percorso, il topo Theseus veniva riposizionato al suo inizio ed era in grado, in soli 18 secondi, di tracciarlo nuovamente sfruttando le informazioni acquisite in precedenza. Si tratta ovviamente di un’invenzione straordinaria, che spianò la strada a forme sempre più complesse di machine learning e, secondo l’ingegnere elettronico Mazin Gilbert, “ispirò l’intero campo dell’IA. Questo processo di trial and error è la base su cui si è sviluppata l’intelligenza artificiale”.