Lo smartphone è ormai parte integrante della nostra vita quotidiana. Le batterie sempre più performanti ci permettono di utilizzarlo per giorni senza ricarica, e la tecnologia “Super Charge” riduce drasticamente i tempi di ricarica. Ma c’è un errore comune, spesso dettato da noncuranza o inconsapevolezza, che vanifica questi progressi e ci fa sprecare soldi: lasciare il caricabatterie attaccato alla presa anche quando non è in uso.
Questo gesto, apparentemente innocuo, nasconde un costo fantasma che si ripercuote sulla bolletta della luce. Un caricabatterie inutilizzato consuma tra 0,1 e 0,5 watt all’ora. Moltiplicato per i numerosi caricabatterie presenti in una casa media (5-6), il consumo annuo può arrivare a 10-12 euro. E questo è solo l’inizio.

Considerando tutti i dispositivi elettronici che teniamo costantemente collegati alla presa, anche da spenti – TV, computer, modem, decoder, macchinette del caffè, microonde, console da gioco, alimentatori per PC portatili – il consumo energetico fantasma può incidere fino al 15% sulla bolletta della luce, con un esborso aggiuntivo di 50-60 euro all’anno.
Ma qual è il rischio oltre allo spreco economico? Un caricabatterie costantemente sotto tensione può rappresentare un pericolo di incendio, soprattutto in caso di sbalzi di tensione.
La soluzione è semplice ed economica: utilizzare ciabatte multipresa con interruttore per ogni singola entrata. Questo permette di attivare la carica solo quando necessario, evitando consumi inutili. Per rendere questa pratica un’abitudine, si può impostare un timer o una sveglia che ci ricordi di spegnere la ciabatta.
Un piccolo gesto che può fare una grande differenza, sia per il nostro portafoglio che per la nostra sicurezza.