Il telescopio posizionato all’osservatorio Vera Rubin, situato sulle Ande cilene, ha appena rivelato al mondo le sue prime immagini mozzafiato dell’universo. Queste fotografie rappresentano molto più di semplici scatti: sono la porta d’ingresso a una rivoluzione scientifica che cambierà per sempre il nostro modo di studiare il cosmo. La camera più potente mai costruita ha catturato dettagli di nebulose, galassie e asteroidi con una precisione senza precedenti, aprendo una finestra su misteri cosmici che attendevano da decenni di essere svelati.
L’Osservatorio Vera Rubin prende il nome da una delle più influenti astronome della storia, che per prima fornì prove concrete dell’esistenza della materia oscura. Costruito dopo quasi vent’anni di lavoro, questo straordinario telescopio si trova sulla cima del Cerro Pachón, nelle Ande cilene, un luogo scelto con cura per le sue condizioni ideali: aria secca, cieli scuri e altitudine elevata che permettono osservazioni astronomiche eccezionali.
La caratteristica più impressionante del telescopio è la sua camera da 3.200 megapixel. Per dare un’idea della sua incredibile risoluzione: sarebbe in grado di fotografare una pallina da golf sulla Luna con perfetta nitidezza. Questa camera pesa quasi 3 tonnellate ed è così grande che per mostrare una singola immagine servirebbero 400 televisori Ultra HD affiancati.
Il design del telescopio è altrettanto rivoluzionario. Utilizza un sistema unico a tre specchi: la luce proveniente dallo spazio colpisce lo specchio primario di 8,4 metri di diametro, viene riflessa su quello secondario di 3,4 metri, poi su un terzo specchio di 4,8 metri prima di raggiungere la camera. Ogni specchio deve essere mantenuto in condizioni perfette, perché anche un granello di polvere potrebbe compromettere la qualità delle immagini.

Le prime immagini rilasciate mostrano risultati straordinari. In sole 10 ore di osservazioni test, il telescopio ha scoperto 2.104 asteroidi completamente sconosciuti, inclusi sette asteroidi vicini alla Terra. Fortunatamente, nessuno di questi rappresenta un pericolo per il nostro pianeta. Una delle immagini più spettacolari è un mosaico delle nebulose Trifida e Laguna, regioni di formazione stellare che assomigliano a nuvole colorate e si trovano a migliaia di anni luce dalla Terra. Questo mosaico è composto da 678 immagini separate scattate in sole sette ore, rivelando dettagli invisibili di gas e polveri cosmiche.
Un altro risultato incredibile è un video realizzato con oltre 1.100 immagini che inizia mostrando due galassie in dettaglio e poi si allarga per rivelare circa 10 milioni di galassie. Questo rappresenta solo lo 0,05% delle 20 miliardi di galassie che Rubin osserverà nei prossimi dieci anni.
La vera rivoluzione inizierà con il “Legacy Survey of Space and Time”, una mappatura completa dell’universo che durerà dieci anni. Il telescopio fotograferà l’intero cielo australe ogni tre giorni, creando un film ultra-definito dell’universo in movimento. Ogni notte scatterà un’immagine ogni 40 secondi per 8-12 ore consecutive, generando fino a 10 milioni di segnalazioni di cambiamenti ogni notte.
Questa costanza nelle osservazioni permetterà di studiare fenomeni mai visti prima. Ogni volta che il telescopio rileva un cambiamento nel cielo, invierà immediatamente un avviso agli astronomi di tutto il mondo. Questo sistema permetterà di osservare esplosioni di stelle, asteroidi in movimento, comete e persino galassie che cambiano nel tempo.
Gli obiettivi scientifici di Rubin sono ambiziosi. Il telescopio studierà la materia oscura, quella misteriosa sostanza invisibile che costituisce la maggior parte dell’universo ma che possiamo rilevare solo attraverso i suoi effetti gravitazionali. Investigherà anche l’energia oscura, la forza che accelera l’espansione dell’universo, due dei più grandi misteri della cosmologia moderna.
Per quanto riguarda il nostro sistema solare, Rubin potrebbe aumentare di dieci volte il numero di oggetti conosciuti. Gli astronomi prevedono che nei primi due anni scoprirà milioni di asteroidi, molto più dei 20.000 che vengono individuati annualmente da tutti gli altri telescopi combinati. Questo è fondamentale per la protezione della Terra, perché permetterà di identificare asteroidi potenzialmente pericolosi molto prima che rappresentino una minaccia.
Una delle scoperte più eccitanti potrebbe essere quella del misterioso Pianeta Nove. Questo ipotetico pianeta, se esiste, si troverebbe a una distanza 700 volte superiore a quella tra la Terra e il Sole, troppo lontano per essere individuato da altri telescopi terrestri. Rubin ha la potenza necessaria per trovarlo nel suo primo anno di attività.
Il telescopio mapperà anche la Via Lattea con dettagli mai visti prima. Attualmente i dati stellari risalgono a circa 163.000 anni luce fa, ma Rubin potrà vedere fino a 1,2 milioni di anni luce nel passato. Questo permetterà di studiare l’alone stellare della nostra galassia, una sorta di cimitero di stelle distrutte nel tempo, e di scoprire piccole galassie satelliti incredibilmente deboli e difficili da individuare.