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Home » Innovazione » Tecnologia » Il software che spia il tuo telefono passa in mani americane: giornalisti e attivisti devono preoccuparsi?

Il software che spia il tuo telefono passa in mani americane: giornalisti e attivisti devono preoccuparsi?

NSO Group e lo spyware Pegasus passano sotto controllo americano. L'acquisizione solleva preoccupazioni sulla sorveglianza digitale con Trump al potere.
RedazioneDi Redazione11 Ottobre 2025
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hacker
Persona che trama nell'ombra (fonte: Unsplash)
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NSO Group, l’azienda israeliana diventata famosa per aver sviluppato Pegasus, uno degli spyware più invasivi e potenti al mondo, è stata acquisita da un gruppo di investitori americani. La notizia, riportata inizialmente dalla testata israeliana Calcalist e confermata da TechCrunch, arriva in un momento particolarmente delicato dal punto di vista politico e solleva interrogativi preoccupanti sul futuro della sorveglianza digitale negli Stati Uniti.

L’operazione di acquisizione è guidata dal produttore hollywoodiano Robert Simonds e vale diverse decine di milioni di dollari. Secondo quanto dichiarato dal portavoce di NSO Group, Oded Hershowitz, un gruppo di investitori americani ha acquisito il controllo azionario dell’azienda, pur mantenendo la sede operativa e il quartier generale in Israele. Il completamento definitivo della vendita richiede ancora l’approvazione dell’Agenzia per il Controllo delle Esportazioni della Difesa del Ministero della Difesa israeliano, ma l’accordo dovrebbe essere finalizzato nei prossimi giorni.

Hershowitz ha tenuto a precisare che “questo investimento non significa che l’azienda stia uscendo dal controllo normativo o operativo israeliano. La sede centrale e le operazioni principali rimangono in Israele, e l’azienda continua ad essere completamente supervisionata e regolamentata dalle autorità israeliane competenti, compreso il Ministero della Difesa”. Tuttavia, l’acquisizione trasferisce di fatto il potente arsenale digitale di NSO in mani americane, sollevando preoccupazioni significative soprattutto tra giornalisti, attivisti e difensori dei diritti umani.

NSO Group è nota, come detto, per Pegasus, un malware sofisticato capace di penetrare nei dispositivi mobili senza che l’utente debba compiere alcuna azione. Una volta installato, questo spyware può accedere a messaggi, email, foto, registrazioni audio, attivare fotocamera e microfono da remoto, e tracciare la posizione dell’utente in tempo reale. Il software è stato progettato per aggirare le protezioni di sicurezza di sistemi operativi come iOS e Android, rendendolo uno strumento di sorveglianza estremamente potente.

cellulare sul tavolo a faccia in giù
cellulare sul tavolo a faccia in giù (fonte: Unsplash)

La storia di NSO Group è costellata di controversie e scandali. Già nel 2015-2016, l’azienda finì sotto i riflettori per aver venduto i suoi prodotti a governi autocratici che li utilizzavano per spiare dissidenti, giornalisti e attivisti per i diritti umani. Nel 2018, Amnesty International denunciò che alcuni membri del suo staff erano stati presi di mira utilizzando proprio il malware sviluppato dall’azienda israeliana.

Il 2019 segnò un punto di svolta quando Facebook e WhatsApp intentarono una causa contro NSO Group, accusandola di aver sfruttato vulnerabilità nel codice dell’app di messaggistica per consentire la sorveglianza di massa degli utenti. Alla causa si unirono successivamente colossi tecnologici come Microsoft, Google, Cisco e Dell, molti dei quali sostennero che le vittime dello spyware dovessero avere il diritto di citare in giudizio l’azienda per violazione della privacy. Nel 2021, anche Apple decise di fare causa a NSO Group.

Nello stesso anno, l’amministrazione Biden inserì NSO Group in una lista nera federale che proibisce alle aziende americane di fornire risorse o supporto all’azienda israeliana senza l’approvazione ufficiale del governo. Nel 2024, un giudice ha stabilito che NSO Group era responsabile nell’ambito della causa intentata da WhatsApp, rappresentando una significativa vittoria legale contro l’azienda produttrice di spyware.

Nonostante le controversie e le azioni legali, negli anni sono emersi continui scandali legati all’uso improprio di Pegasus. Lo spyware è stato trovato sui telefoni di capi di stato, primi ministri europei, attivisti catalani e decine di giornalisti in tutto il mondo.

Il tempismo dell’operazione è particolarmente significativo. Con il ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti e le preoccupazioni espresse da molti osservatori riguardo a potenziali derive autoritarie, il trasferimento di uno strumento di sorveglianza così potente in mani americane assume connotazioni inquietanti. Giornalisti investigativi, attivisti per i diritti civili e oppositori politici potrebbero trovarsi esposti a nuove forme di controllo digitale.

Per chi opera nel giornalismo investigativo o nell’attivismo, la notizia è un ulteriore campanello d’allarme sull’importanza di adottare misure di sicurezza digitale avanzate, rimanere informati sulle minacce esistenti e utilizzare strumenti di comunicazione criptati e verificati.

 

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