Un semplice elettrocardiogramma può ora rivelare malattie cardiache nascoste che altrimenti passerebbero inosservate per anni. Grazie all’intelligenza artificiale, questo esame di routine, utilizzato da oltre un secolo, si è trasformato in uno strumento diagnostico rivoluzionario capace di salvare vite umane.
I ricercatori della Columbia University e del NewYork-Presbyterian hanno sviluppato EchoNext, un modello di intelligenza artificiale in grado di analizzare gli elettrocardiogrammi per identificare malattie cardiache strutturali che spesso rimangono non diagnosticate. Il sistema è stato addestrato su oltre 1 milione di registrazioni cardiache e di imaging provenienti da un ampio e diversificato sistema sanitario per rilevare molte forme di malattie cardiache strutturali.
La ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Nature, rappresenta un importante passo avanti nella diagnosi precoce delle patologie cardiache.
Le malattie cardiache strutturali rappresentano un’epidemia in crescita che rimane sostanzialmente sottodiagnosticata. Queste patologie includono problemi alle valvole cardiache, insufficienza cardiaca e ipertensione polmonare. Uno studio su 2.500 persone di 65 anni o più ha rilevato che il 4,9% aveva ricevuto una diagnosi precedente di malattia valvolare clinicamente significativa, mentre un altro 6,4% presentava una malattia valvolare non diagnosticata, più che raddoppiando la prevalenza complessiva.

Il problema principale è che molte di queste condizioni non mostrano sintomi evidenti nelle fasi iniziali e richiedono esami costosi come l’ecocardiogramma per essere identificate. La maggior parte dei pazienti non verrebbe indirizzata verso test più dispendiosi in termini di risorse, come un ecocardiogramma o una risonanza magnetica, a meno che non si sospetti un problema.
Il sistema ha dimostrato prestazioni eccezionali nei test, raggiungendo un’accuratezza diagnostica dell’85,2% e superando persino i cardiologi specializzati in una valutazione controllata. La tecnologia è stata testata su pazienti di diverse età, etnie e contesti clinici, dimostrando risultati consistenti.
Per verificare l’efficacia pratica del sistema, i ricercatori hanno condotto uno studio clinico prospettico chiamato DISCOVERY su 100 pazienti senza precedenti esami cardiaci. I risultati sono stati straordinari: il 73% dei pazienti nel gruppo ad alto rischio e solo il 6% di quelli a basso rischio presentavano effettivamente malattie cardiache strutturali.
Questa innovazione promette di democratizzare l’accesso alla diagnosi cardiaca precoce.