Il colore “International Orange” è uno degli elementi più affascinanti del Golden Gate Bridge, non solo per la sua bellezza visiva, ma anche per le motivazioni funzionali e simboliche dietro la scelta. Il colore del ponte sospeso più lungo al mondo, che si trova a San Francisco, fu scelto dall’architetto Irving Morrow, che collaborò al progetto per definire l’estetica del ponte. Inizialmente, la struttura d’acciaio arrivava ricoperta da un primer arancione-rossastro per proteggerla dalla corrosione durante il trasporto. Morrow fu colpito da questa tonalità e ne intuì immediatamente il potenziale sia estetico che pratico. San Francisco è famosa per la sua nebbia densa e persistente. Il colore International Orange fornisce un contrasto ottimale contro il grigio del cielo e del mare, rendendo il ponte ben visibile da lontano, anche in condizioni atmosferiche avverse.
Morrow, inoltre, voleva che il ponte si armonizzasse con il paesaggio circostante, fatto di terra collinosa, oceano e cielo mutevole. L’arancione caldo si sposa bene con i toni naturali e non stride con la bellezza dell’area.
L’elevata visibilità del colore, infine, rappresentava anche una misura di sicurezza per la navigazione, aiutando le navi a orientarsi nello stretto.

L’International Orange è una specifica tonalità di arancione usata in ambito aerospaziale e militare, impiegata anche per evidenziare oggetti critici o visibili a lunga distanza, come le tute spaziali della NASA o le antenne radio. Quella del Golden Gate è una variante personalizzata di questa tonalità, oggi riconosciuta come “Golden Gate Bridge International Orange”, registrata ufficialmente come colore unico della struttura.
Data la natura del materiale e le condizioni climatiche (vento, salsedine, umidità), il ponte richiede una manutenzione costante. Squadre di operai si occupano ogni giorno di ritoccare la vernice per preservarne la brillantezza e proteggere l’acciaio dalla corrosione.
Il Golden Gate Bridge fu costruito tra il 1933 e il 1937, con l’inaugurazione ufficiale avvenuta il 27 maggio 1937. Collegando San Francisco alla contea di Marin, il ponte attraversa lo stretto del Golden Gate, l’ingresso naturale alla baia di San Francisco dall’Oceano Pacifico. È uno dei simboli più riconoscibili degli Stati Uniti e un capolavoro dell’ingegneria del XX secolo.
La progettazione del ponte fu affidata all’ingegnere Joseph Strauss, ma il successo architettonico del progetto si deve anche all’ingegnere strutturista Charles Alton Ellis e, come detto, all’architetto Irving Morrow.
All’epoca della costruzione, il Golden Gate rappresentava una sfida ingegneristica senza precedenti: con i suoi 2.737 metri di lunghezza complessiva e una campata centrale sospesa di 1.280 metri, fu il ponte sospeso più lungo del mondo fino al 1964. Il progetto prevedeva anche soluzioni innovative per affrontare le forti correnti marine, i venti intensi e la possibilità di terremoti, data la posizione sulla faglia di San Andreas.
Oltre alla sua imponenza strutturale, il ponte ebbe un impatto notevole sull’urbanistica e sulla mobilità dell’area di San Francisco. Prima della sua costruzione, l’unico modo per attraversare lo stretto era tramite traghetto. Il ponte contribuì a favorire lo sviluppo economico e residenziale della contea di Marin e rese più fluido il collegamento tra le comunità settentrionali e la città.
La costruzione del Golden Gate fu anche un’impresa sociale. Realizzata durante la Grande Depressione, fornì lavoro a migliaia di operai, rappresentando un simbolo di ripresa economica e di progresso tecnologico. Il ponte costò circa 35 milioni di dollari dell’epoca, finanziati attraverso obbligazioni pubbliche.
Dal punto di vista architettonico, il Golden Gate è un esempio eccellente di Art Déco applicato all’infrastruttura, con torri, alte 227 metri che supportano il cavo principale con grande stile.
Oggi, il Golden Gate è attraversato quotidianamente da oltre 100.000 veicoli ed è meta di milioni di turisti.