C’è stato un tempo in cui le fotocamere erano più lente di un bradipo e i temporali erano considerati ancora qualcosa di misterioso. Un uomo di nome Thomas Easterly osò spingersi verso l’impossibile: fotografare per la prima volta un fulmine! Correva l’anno 1847 e il giovane fotografo originario del Vermont si trasferì nel Midwest, dove assieme al collega Frederick Webb, viaggiò lungo il fiume Mississippi come rappresentante per l’associazione fotografica Art Union Daguerreotype. Durante questo periodo realizzarono ritratti di noti criminali e di capi tribù di nativi americani. Il lavoro fotografico finale fu talmente apprezzato da dare la possibilità a Easterly di aprire una sua galleria a St. Louis
Ed ecco che arrivò, una data scolpita nella storia, il 18 giugno del 1847. In quella afosa nottata estiva scoppiò improvvisamente un temporale fortissimo. A quel punto l’intuizione di Easterly di prendere il dagherrotipo fu immediata, tendando una impresa quasi impossibile. Utilizzando uno dei primi processi fotografici, posizionò una lastra argentata all’interno del grande apparecchio montato su un treppiede.
Quando il fulmine illuminò il cielo, Easterly rimosse il tappo dell’obiettivo per diversi minuti, permettendo alla luce di entrare e di dare opportunità al lampo di impressionarsi sulla lastra. Il risultato fu straordinario! La lastra mostrava chiaramente la forma di un fulmine, con dettagli così precisi da sembrare che non fosse stato catturato per un lungo tempo di esposizione, ma quasi all’istante!. Questo scatto fu descritto come un “Astonishing Achievement in Art” dalla stampa locale, un grande riconoscimento per l’incredibile impresa.

Ahimè la lastra originale è andata perduta dopo che un grave incendio distrusse lo studio di Easterly nel 1865, assieme alla sua grande collezione di dagherrotipi. Nonostante la sorte avversa, continuò a lavorare in uno studio più piccolo fino alla sua morte avvenuta nel 1882 sempre a St. Louis. Si ipotizza che la lunga esposizione al mercurio utilizzato nel processo del dagherrotipo abbia influito sull’origine della sua malattia, provocandogli una parziale paralisi.
Qualche anno dopo un fotografo di Philadelphia, tale William Nicholson Jennings, nel 1882 seguì l’ispirazione di Easterly, andando a studiare attentamente la forma dei fulmini, utilizzando sempre il processo del dagherrotipo. Fu proprio lui a dimostrare con i suoi scatti a lunga esposizione, che i fulmini non erano linee rette, come molti allora credevano.
In realtà erano delle vere e proprie strutture ramificate, come se ricalcassero delle forme arboree. Oggi queste scoperte a noi sembrano scontate, quando vediamo un fulmine sembra ci sembra normale collegarlo a qualche immagine fotografica o ad un documentario naturalistico. Ma questi due pionieri, mischiando fotografia e scienza, erano riusciti nella grande impresa di riuscire a guardare “oltre”, immaginando e realizzando un evento straordinario… in un lampo!