Non sono solo gli amori a fare giri immensi e tornare. Succede anche ai veicoli spaziali. Dopo oltre mezzo secolo in orbita, il Kosmos 482, una sonda lanciata nel 1972 con l’obiettivo di raggiungere Venere, è pronta a fare il suo inaspettato ritorno sulla Terra. La missione a suo tempo fallì subito dopo il decollo a causa di un malfunzionamento del razzo, e mentre gran parte della struttura rientrò in atmosfera nei decenni successivi, la capsula di atterraggio, costruita per sopportare condizioni estreme, è rimasta in orbita per oltre 53 anni. Ora, il suo progressivo abbassamento di quota sta per concludersi. Secondo le stime, rientrerà intorno al 10 maggio 2025.
Kosmos 482 è un oggetto sferico di circa un metro di diametro e pesa quasi 500 kg. Il suo design robusto, pensato per penetrare l’atmosfera densa e caldissima di Venere, potrebbe garantirgli la sopravvivenza al rientro terrestre, specialmente se lo scudo termico originale, ancora attivo, non si deteriora durante la discesa. Tuttavia, gli esperti ritengono improbabile che il paracadute, inattivo da oltre mezzo secolo, possa aprirsi correttamente. In caso contrario, la capsula brucerà parzialmente o totalmente nell’atmosfera, limitando i rischi.

Il margine di incertezza rimane ampio: si ignora dove l’oggetto potrebbe cadere, anche se la fascia geografica stimata si estende tra i 51,7° di latitudine nord e sud, coprendo aree vaste quanto Londra, Edmonton o Cape Horn. Secondo il ricercatore olandese Marco Langbroek, che segue l’oggetto da anni, la probabilità di un impatto in area abitata è molto bassa, simile a quella di essere colpiti da un meteorite.
Non è la prima volta che un veicolo spaziale fa ritorno sulla Terra in maniera incontrollata: eventi simili sono già avvenuti nel 2018, con la stazione spaziale cinese Tiangong-1, e nel 2022 con un razzo Long March 5B. Tuttavia, Kosmos 482 rappresenta un caso eccezionale per la sua incredibile longevità in orbita e per il valore storico legato all’epoca delle esplorazioni planetarie sovietiche.