La stagione 2024 delle allergie primaverili ha già inaspettatamente preso piede, e come ogni anno, ci si chiede cosa fare per difendersi da questo spiacevole inconveniente che tanto condiziona le persone che ne sono colpite. Oltre ai classici rimedi sintomatici che tutti conosciamo, è davvero possibile assumere qualcosa, oltre ai farmaci? per cercare di prevenire e/o combattere più efficacemente l’insorgenza di questo disturbo? L’immunologo e allergologo Mauro Minelli ha spiegato che probiotici e post-biotici possono essere di aiuto, ma anche gli anticorpi monoclonali.
“[Si può] oramai contare sull’impiego, oltre che di farmaci convenzionali, anche di probiotici e di prodotti di derivazione batterica, i cosiddetti post-biotici. Che, tuttavia, andranno opportunamente discriminati e selezionati tenendo certamente conto dell’appartenenza filogenetica e delle doti funzionali dei batteri probiotici, ma soprattutto delle esigenze specifiche del singolo soggetto” – spiega Minelli, e riguardo ai bambini piccoli, aggiunge – “E, da una letteratura scientifica oramai molto ampia, è possibile desumere che un contatto precoce con batteri probiotici può aiutare l’organismo a non sviluppare un’ipersensibilità allergica“.
Tuttavia, il progresso scientifico non si ferma qui. Per i disturbi allergici più comuni (raffreddore, naso che cola, occhi rossi) “sono oggi disponibili, oltre agli antistaminici e ai cortisonici topici e/o sistemici, anche alcuni anticorpi monoclonali specificamente orientati contro bersagli sensibili responsabili delle manifestazioni allergiche.”
Inoltre, Minelli, intervistato da AdnKronos Salute, offre una “nuova” chiave di lettura del fenomeno, legata all’alimentazione. Se in parte essere allergici o meno è dettato da fattori genetici, non bisogna però trascurare l’impatto della nutrizione sul nostro organismo, e riguardo ai bambini di pochi mesi, spiega: “Bisogna considerare che gli allergeni entrano nel nostro organismo anche attraverso la mucosa respiratoria ma soprattutto attraverso la mucosa intestinale, che nei primi mesi di vita è molto permeabile favorendo il passaggio di grandi molecole. Per fare in modo che le pareti della barriera intestinale si sviluppino in modo adeguato e non permettano il passaggio di molecole come gli allergeni, bisogna prestare attenzione agli alimenti che costituiscono la dieta del bambino“.
Il che, in concreto, significa “inserire alimenti come l’uovo, il grano dopo il sesto mese di vita quando la barriera intestinale si è già sviluppata. Importante dunque è curare il nostro microbiota, in quanto i batteri presenti nell’intestino dei bambini nelle prime settimane di vita extrauterina, se non adeguatamente calibrati, potrebbero influenzare lo sviluppo del sistema immunitario e predisporre ad un maggior rischio di sviluppare allergie ed altre disfunzioni“