Se a Giovanna d’Arco avessero detto che, ad un certo punto nel corso della storia del costume, avrebbe fatto tendenza sarebbe rimasta quanto meno basita. Nello specifico a dettare moda sarebbe stata la sua capigliatura o, meglio, il taglio corto. Da questo, infatti, nasce il caschetto, ritornato prepotentemente di moda nelle ultime stagioni e lanciato, per la prima volta, nel 1909. La tendenza del bob, in particolare, si deve alle “forbici” di Antoine, un parrucchiere di Parigi, il quale dichiarò di essersi ispirato proprio allo stile della pulzella d’Orléans che, secondo l’iconografia classica, avrebbe avuto i capelli tagliati all’altezza delle orecchie (oltre ad avere vestiti maschili). A quello che sappiamo, effettivamente Jeanne d’Arc era solita accorciare i capelli per poter combattere senza impedimenti. Una sorta di taglio a scodella che, pur non essendo presente in alcuna documentazione visiva o narrativa ufficiale del look di Giovanna, è arrivato fino a noi.
Complici alcuni film come Giovanna d’Arco di Victor Fleming, con Ingrid Bergman. E quello di Luc Besson con Milla Jovovich. Scesa in campo con l’esercito francese a soli 14 anni a combattere contro l’Inghilterra in nome di Dio, Giovanna si vestiva e comportava come un uomo, dunque. I successi ottenuti contro i britannici non la salvarono però dalla cattura. Frutto della paura, da parte del re Carlo VII, della sua crescente fama.
Costretta a negare il fatto di aver sentito le voci degli angeli, finì i suoi giorni in una prigione a Bouvreuil. Un barbiere le aveva rasato completamente la testa, affinché i capelli tornassero a crescere in modo femminile. Condannata al rogo in via definitiva, si apprestò al supplizio con capelli corti.
Il bob come simbolo di autonomia
Come detto, però, non abbiamo certezza che il taglio alla Giovanna d’Arco fosse davvero quello. Anzi, probabilmente, l’immagine rimandata di questa figura femminile è stata costruita attraverso un chiaro retaggio romantico che la vuole emblema di forza ed indipendenza.
Effettivamente, in un’epoca in cui l’ideale estetico femminile si basava su degli aspetti precisi come, ad esempio, le lunghe capigliature, sfoggiare un taglio corto dimostrava una personalità completamente controcorrente. Lo stesso principio che, non pochi decenni dopo, ha spinto le donne tra gli anni Venti e i Trenta, a esibire quello che oggi conosciamo come bob (dall’inglese to bob, ovvero tagliare i crini dei cavalli).
Una di queste, ad esempio, è stata Coco Chanel. La quale, dopo aver liberato le donne dalla costrizione del corsetto e da un eccesso di piumaggi, ha continuato a sostenere l’eleganza minimal anche attraverso il nuovo taglio. Una scelta, la sua che non è stata ideologica o dettata dalla moda fino in fondo. Non tutti sanno, infatti, che Coco adottò il suo caschetto dopo essersi bruciata i capelli con il ferro. Almeno questo è quanto viene narrato tra i diversi aneddoti che caratterizzano la sua esistenza.
Altre icone di questo stile, però, sono state anche la cantante francese Polaire. E la ballerina e attrice statunitense Irene Castle la cui pettinatura fece moda tanto da venire chiamata “Castle Bob”. Louise Brooks invece lanciò il caschetto nero liscio con la frangia e la nuca scoperta che inizialmente fece scandalo e poi divenne copiatissimo. Tutte loro, poi, fecero da apripista alle flapper girl. Il cui stile, caratterizzato da abiti corti con le frange, braccia scoperte e l’immancabile caschetto, ha mostrato come l’emancipazione femminile sia passata anche attraverso la moda e lo stile.