Le emozioni sono risposte soggettive e spontanee a uno stimolo che arriva dall’esterno o dall’interno. La definizione può essere un po’ scarna, ma arriva al succo della questione che è, ovviamente, molto più complesso. Perché l’emozione è, allo stesso tempo, una molla per agire o un modo per proteggersi. Crea nella nostra memoria quel tesoro di avvenimenti vissuti che ci rendono chi siamo oggi.
In qualità di mattoni fondamentali per il nostro essere esseri umani, le emozioni sono state e sono oggetto di studio. Lo psicologo e scrittore Daniel Goleman le descrive come “impulsi ad agire”. In effetti, l’etimologia della parola che viene dal latino rimanda proprio a un uscire fuori e-movere.
Le emozioni hanno anche una base chimica e neuronale. Banalmente, quando si prova un’emozione, il corpo reagisce in base a degli stimoli che hanno ripercussioni sul fisico. La tristezza provoca pianto, per dirne una. Il disagio di certe situazioni, poi, si sente a livello della pancia. La collera aumenta il battito cardiaco e via di seguito. Dunque, le emozioni sono uguali per tutti gli esseri umani, anche se possono essere influenzate dalla cultura. Il lutto provoca dolore, quindi tristezza, ma non tutte le società elaborano il distacco nella stessa maniera.
Quante emozioni ci sono?
Richard Lazarus divide le emozioni in positive e negative. Le prime, come la felicità, spingerebbero l’organismo a “lavorare bene”. Al contrario, quelle negative, come rabbia, tristezza e paura, contrastano il funzionamento dell’organismo.
Ma gli studiosi tendono a operare una suddivisione in emozioni primarie, apprese nei primi anni di vita, e secondarie, legate alla socialità.
L’esistenza di un gruppo di emozioni fondamentali è da assegnata a Paul Ekman, dell’University California of San Francisco, uguali a ogni latitudine. Si tratta di:
- paura
- rabbia
- tristezza
- disgusto
- sorpresa
- gioia
Le emozioni secondarie sono invece:
- allegria
- ansia
- gelosia
- invidia
- delusione
- vergogna
- rassegnazione
- speranza
- nostalgia
- perdono
- rimorso
Tornando a Goleman, ha individuato famiglie emozionali, più che emozioni. Ovvero gruppi di emozioni a cui afferiscono tutte le altre. Sono 8: collera, tristezza, paura, gioia, amore, sorpresa, disgusto e vergogna. Ogni famiglia ha un cuore emozionale e diramazioni meno intense, che sono gli stati d’animo. Che potremmo definire come conseguenze delle emozioni.
Le emozioni hanno un’intensità? Certamente. C’è addirittura chi sostiene che in realtà non esistano emozioni positive e negative, ma diversi livelli di intensità. Che sono peculiari e unici per ogni persona.
A cosa servono le emozioni?
Charles Darwin direbbe a migliorare le reazioni a stimoli esterni che potrebbero mettere a repentaglio la nostra vita. Risposta credibile e valida, ma poco poetica. Diciamo che sono una bussola per imparare a comunicare o regolare il nostro comportamento. Ci proteggono o al contrario ci fanno essere temerarie o temerari.
Che differenza c’è con il sentimento?
Le emozioni sono una risposta immediata e “volatile” a uno stimolo esterno. Il sentimento, invece, è un tipo di reazione più complessa e duratura nel tempo. Esso è una sorta di elaborazione dell’emozione