Il curve-washing è un termine usato solitamente con intento dispregiativo che indica tutte quelle pratiche di marketing messe in atto da aziende di moda che fingono inclusività verso le donne curvy. Un modo per “ripulirsi” facendo campagne pubblicitarie con modelle prosperose, ben sapendo che poi, in concreto, quelle donne non saranno mai accontentante dal brand. Esattamente come il green-washing (quando un’azienda millanta una sostenibilità che non ha), il curve-washing è un fenomeno pericoloso. Perché ha a che vedere con il modo che si ha di percepire il proprio corpo. Instillando dubbi che fanno stare male. Perpetuando lo stereotipo che la bellezza femminile sia associata a un unico tipo di corpo.
Questo si traduce in sostanza con copy scritti appositamente per includere le taglie grandi e indirizzare il traffico online verso il sito, senza però offrire una reale gamma di taglie oltre la 44. Sono davvero poche le aziende che lavorano davvero a una moda inclusiva, adatta a tutte le taglie e soprattutto a tutte le forme dei corpi. In genere sono piccole e medie aziende, guidate da imprenditrici illuminate che, forse conoscendo direttamente la frustrazione del “non trovare nulla che faccia al nostro caso”, si sono impegnate in prima persona.
Nella grande distribuzione, però, tutto è un gran miraggio. E il discorso non vale solo per le persone plus size, ma anche per coloro che cercano qualcosa che stia semplicemente bene. Il problema è che le aziende top puntano sulla quantità e non sulla qualità. Per questo creano vestiti fatti per corpi magri, che loro considerano standard. E per mascherare questa tendenza, fingono inclusività.
Come riconoscere un’azienda che fa curve-washing? Con un po’ d’esperienza.
Se il marchio utilizza modelle curvy nelle campagne pubblicitarie, ma in negozio o on-line non è possibile trovare le stesse taglie. Oppure, anche in presenza di un’offerta di taglie più grandi, la gamma è spesso molto ristretta e non copre tutte le esigenze delle donne curvy. O se la vestibilità non è adatta.
A questo, aggiungiamo il fatto che le taglie siano spesso sballate. Prova ne è il fatto che per certi marchi se ne scelga una e che per altri, però, la stessa taglia non vada bene. Il rischio è pensare che sia il nostro corpo a essere sbagliato, ma non è così. Semmai, è il vestito a esserlo. Ecco, questo dovremmo ricordarlo sempre tutte e tutti.