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Home » Lifestyle » Che cos’è il parto distocico e perché spaventa le future mamme

Che cos’è il parto distocico e perché spaventa le future mamme

Quando un parto presenta caratteristiche molto complicate, tali da richiedere manovre ad hoc, si parla di parto distocico.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino17 Giugno 2024
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Donna che sta per partorire (Unsplash)
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Per parto distocico si intende quel tipo di parto che per una serie di problematiche si svolge in maniera molto difficile. Richiede pertanto un intervento mirato da parte dell’equipe medica e ostetrica.

Distocico, infatti, è un termine che deriva dal greco e unisce le parole dys (alterazione) e tikto (partorisco).

Le problematiche del parto distocico possono essere previste già in fase di travaglio ed eventualmente risolte con un cesareo. Altrimenti, servono delle manovre specifiche di tipo medico e ostetrico, manuali o strumentali.

Le cause del parto distocico

La nascita di un bambino (fonte: Unsplash)

Tra le cause più frequenti abbiamo:

  • anomalie dell’apparato genitale materno
  • alterazioni delle contrazioni
  • anomalie del feto o del suo posizionamento
  • alterazioni psicologiche legate alla paura del parto

Il parto distocico può presentare problematiche dinamiche, quando, ad esempio, l’utero non è in grado di contrarsi. Caratteristica che si ravvisa in particolare nelle donne che hanno partorito più di una volta o in età avanzata. La paziente, dunque, è monitorata con un tracciato che tiene nota della frequenza e della qualità delle contrazioni.

E meccaniche, nel caso in cui il feto non riesce a passare attraverso il canale del parto. In questo caso ci sono situazioni ben differenziate.

  • Il feto non scende
  • il travaglio prosegue per più di 12 ore
  • il nascituro pesa molto
  • le dimensioni del feto superano quelle della pelvi materna
  • il feto è in posizione podalica
  • ha considerevoli dimensioni.

Come si agisce

ostetrica
Ostetrica tiene in braccio un neonato (fonte: Unsplash)

Nel caso di parto distocico dinamico si può aiutare la donna facendole bere molta acqua, per poi svuotare la vescica. O tagliando le membrane amniotiche, se questo non è ancora avvenuto.

Si possono somministrare farmaci che regolino le contrazioni dell’utero nel caso in cui fossero troppo deboli.

Nel parto distocico meccanico, l’ostetrica può adottare alcune manovre mirate a ridurre i traumi sia per la madre che per il bambino. Ad esempio inserire una mano e ruotare il feto. O effettuando una pressione sulla pancia.

Sempre più raro, oggi, è l’uso di forcipe e ventosa ostetrica, che possono creare danni al cranio dei piccoli e gravi lacerazioni per la donna. Lacerazioni che possono portare a incontinenza urinaria
e fecale, e prolasso genitale. In assoluto, si ricorre, ove possibile al cesareo.

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