Hai mai sperimentato quella sensazione frustrante di ordinare un espresso preparato con una miscela pregiata, solo per scoprire che il sapore non è all’altezza delle aspettative? Prima di incolpare il barista o la qualità del caffè, dovresti considerare un elemento spesso sottovalutato ma fondamentale: la tazzina in cui viene servito.
La temperatura di servizio del caffè rappresenta infatti un elemento chiave per il sapore della bevanda. Non si tratta di un dettaglio estetico o di un vezzo da intenditori, ma di un aspetto scientifico che influenza direttamente la percezione degli aromi, del corpo e della qualità complessiva dell’espresso.
Secondo gli esperti del settore, la temperatura ideale per un espresso si aggira intorno ai 60-65°C. A questa temperatura il caffè sprigiona il massimo del suo aroma senza risultare troppo caldo da alterarne il gusto o da rischiare di bruciare la bocca. Servire il caffè in una tazza calda aiuta a mantenere costante questa temperatura ottimale, evitando che la bevanda si raffreddi troppo rapidamente e che si perdano gli aromi più delicati e volatili.
Il problema nasce quando l’espresso viene versato in una tazzina fredda. In questo caso, anche pochi gradi di differenza possono compromettere drasticamente l’esperienza gustativa. Il contatto con la ceramica fredda abbassa immediatamente la temperatura del caffè, provocando uno shock termico che altera la percezione degli aromi e del corpo della bevanda. Gli oli essenziali responsabili del profumo caratteristico dell’espresso si disperdono più rapidamente, e la crema superficiale perde consistenza e persistenza.

La scelta tra una tazza calda o fredda dipende dunque dal tipo di caffè che si vuole gustare e dal contesto in cui viene consumato. L’espresso tradizionale, simbolo della cultura italiana, è da preferire servito in una tazza calda, possibilmente preriscaldata, per garantire una degustazione ottimale che rispetti il lavoro del torrefattore e del barista.
D’altro canto, una tazza fredda può risultare più adatta in alcune occasioni specifiche, soprattutto nei mesi estivi o per preparazioni particolari come il caffè freddo, l’espresso tonic o il cold brew. In questi casi, il contrasto con il freddo può esaltare note diverse del caffè, rendendo l’esperienza gustativa più rinfrescante e dinamica. Tuttavia, è fondamentale che la bevanda sia servita alla giusta temperatura, generalmente tra i 10 e i 15°C, per evitare che il freddo eccessivo annulli completamente gli aromi.
Allora? Basta riscaldare la tazza prima di versare il caffè, ad esempio scaldandola con acqua calda o posizionandola sopra la macchina espresso durante l’erogazione precedente. Questo accorgimento è particolarmente importante per l’espresso, dove anche pochi gradi possono fare la differenza nel gusto finale.
Inoltre, la scelta del materiale della tazza è rilevante: la ceramica è considerata il migliore isolante naturale, mantenendo il caffè alla temperatura ideale più a lungo rispetto a vetro o metallo. La forma e lo spessore della tazzina influenzano anch’essi la dispersione del calore: una tazzina con pareti spesse e forma tronco-conica conserva meglio la temperatura e concentra gli aromi verso il naso durante la degustazione.
Nel caso del caffè freddo, è utile scegliere bicchieri spessi e raffreddati preventivamente per evitare che il contatto con la superficie calda alteri la temperatura della bevanda. Anche la quantità di ghiaccio e la preparazione stessa incidono sulla temperatura di servizio e sul risultato finale. Un bicchiere non raffreddato può causare una diluizione eccessiva e rapida del ghiaccio, compromettendo l’equilibrio tra intensità e freschezza.