Premessa: i ciucci digitali non sono certo la versione meccanica dei tradizionali ciucci, ma sono semplicemente smartphone e tablet. A cui spesso i genitori indaffarati si affidano per calmare i figli. Da qui, l’associazione. Quanto però questa pratica di “delegare” a un mezzo tecnico la gestione delle emozioni di un figlio è dannosa? Lo spiega una ricerca internazionale condotta da un team di studiosi di Canada e Ungheria, pubblicata su Frontiers in Child and Adolescent Psychiatry. E il risultato non dei migliori. Questi babysitter digitali, infatti, darebbero un sollievo momentaneo. Ma a lungo andare rischiano di far crescere bambini incapaci di gestire le proprie emozioni.
Viviamo in un mondo che corre (o facciamo correre) alla velocità della luce. Spesso e volentieri, dunque, non è possibile risolvere delle piccole crisi di rabbia o noia dei nostri figli con il rapporto umano. Ecco che arrivano in nostro soccorso tablet e cellulari con cartoni animati e giochini vari. Così, mentre i piccoli sono “sedati” dalle immagini, i genitori possono dedicarsi ad altro.
La ricerca ha coinvolto, nel 2020 e 2021, oltre 300 genitori di bambini tra i due e i cinque anni di età. Secondo i dati raccolti, i figli dei genitori che ricorrevano spesso alla tecnologia nel 2020, l’anno successivo erano meno capaci di gestire rabbia e frustrazione. E avevano minore capacità di frenare l’istinto.
Racconta Veronika Konok, coordinatrice della ricerca, nelle parole riportate da Frontiers:
“Controllare le emozioni dei figli con l’aiuto di dispositivi digitali fa sì che i bambini siano incapaci di gestire le proprie emozioni negative in futuro“.
Le fa eco una delle autrici, Caroline Fitzpatrick:
“A partire dai risultati del nostro studio si potrebbero sviluppare nuovi metodi di formazione e consulenza per i genitori, affinché capiscano che risolvere i capricci dei figli con dispositivi digitali è dannoso per la loro salute mentale e il loro benessere“.
Dunque, le emozioni, comprese quelle negative, anche in giovanissima età sono fondamentali e per gestirle è importante il rapporto con un adulto di riferimento e non la mediazione di un tablet. Un verità non confutabile che però non va vista come colpevolizzazione di quelle mamme e papà che, in un momento di caos, fanno partire un cartone sul tablet. L’invito, come sempre, è quello di dare la precedenza alle parole, agli abbracci, anche alle discussioni severe. E, nell’emergenza, almeno proporre ai più piccoli dei prodotti di qualità, controllando che non curiosino tra cose pericolose. O, laddove possibile, provare a vivere l’esperienza assieme.