Il termine “skinny fat“, traducibile in italiano come “falso magro”, descrive una condizione fisica apparentemente paradossale che sta attirando sempre più l’attenzione nel campo della salute e del fitness. Si tratta di persone che, pur risultando normopeso secondo i parametri tradizionali, presentano comunque significativi accumuli di tessuto adiposo, specialmente a livello addominale.
La condizione di skinny fat si verifica quando un soggetto presenta un Indice di Massa Corporea (IMC o BMI) nella norma, tipicamente compreso tra 18,5 e 24,9 kg/m², ma mantiene contemporaneamente una percentuale di grasso corporeo superiore ai valori ideali e una massa muscolare insufficiente. Questa combinazione crea un aspetto esteriormente magro, con braccia e gambe sottili, ma con un evidente accumulo di adipe nella zona addominale.
I soggetti falsi magri sono generalmente caratterizzati da tessuto adiposo viscerale in eccesso, infiammazione sistemica, ridotta massa muscolare e scarsa capacità cardiorespiratoria dovuta principalmente alla sedentarietà. Il grasso viscerale, che circonda gli organi interni, risulta particolarmente pericoloso dal punto di vista metabolico.

Per identificare se si è in presenza di una condizione di skinny fat, è necessario effettuare misurazioni specifiche che vadano oltre la semplice valutazione del peso corporeo. Il parametro più importante è la circonferenza vita, che deve essere misurata in posizione eretta, nel punto medio tra l’ultima costola e la cresta iliaca.
Negli uomini, valori compresi tra 94 e 102 cm indicano una presenza di grasso addominale con rischio aumentato di patologie correlate, mentre misure superiori ai 102 cm evidenziano un accumulo di grasso viscerale proinfiammatorio. Per le donne, circonferenze tra 81 e 88 cm segnalano un rischio aumentato, mentre valori oltre gli 88 cm comportano un grave rischio per la salute.
Nonostante l’apparenza esterna possa ingannare, la condizione di skinny fat comporta rischi metabolici significativi. Il grasso viscerale in eccesso è associato a un aumentato rischio di sviluppare diabete di tipo 2, sindrome metabolica, malattie cardiovascolari e ipertensione. La ridotta massa muscolare contribuisce inoltre a rallentare il metabolismo, rendendo più difficile la gestione dei livelli di zucchero nel sangue e il controllo del peso corporeo.
Questa particolare composizione corporea può influenzare negativamente anche il profilo lipidico, aumentando i livelli di colesterolo LDL (“cattivo”) e riducendo quelli di HDL (“buono”), incrementando ulteriormente il rischio di aterosclerosi e problemi cardiaci.
Per correggere la condizione di skinny fat è necessario un approccio multidisciplinare che combini alimentazione adeguata e attività fisica mirata. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è fondamentale aumentare l’apporto calorico (e proteico) per sostenere la crescita muscolare.
Dal punto di vista dell’allenamento, sono particolarmente indicati l’allenamento funzionale come il crossfit, programmi mirati all’ipertrofia muscolare come il bodybuilding, e sessioni dedicate al sollevamento pesi. Gli esercizi puramente aerobici, come la corsa prolungata, risultano meno efficaci per aumentare la massa muscolare e dovrebbero essere integrati con altre forme di allenamento più specifiche.