Lo Scully Effect è una tendenza che si è sviluppata tra bambine e ragazze negli ultimi trent’anni. Ispirate da Dana Scully, l’agente dell’FBI interpretata da Gillian Armstrong in X-Files, tante giovani donne si sono dedicate allo studio delle cosiddette materie STEM, acronimo di Science, Technology, Engineering and Mathematics. E oggi lavorano in campo medico scientifico.
Dana Scully è l’agente dell’FBI interpretata da Gillian Armstrong in X-Files. Nel duo formato con (l’amato) Fox Mulder rappresenta la parte razionale, quella che davanti ai fenomeni “inspiegabili” si approccia sempre con mentalità galileiana (se una cosa si dimostra, è vera).
Scully è una patologa, dall’intelligenza sopra la media, laureata con una tesi in cui dimostrava una falla della Teoria della Relatività di Albert Einstein. Insomma, un role model eccezionale per il pubblico femminile.

E lo dimostra anche una ricerca condotta dal Geena Davis Institute on Gender in Media. Lo studio è arrivato alla conclusione che i personaggi, le immagini e le trame presenti che ci vengono presentate ci modellano nel profondo. Su 2.021 partecipanti allo studio, il 63% delle donne hanno mostrato una certa familiarità con l’agente Scully, rivelando che abbia aumentato la loro fiducia nell’importanza delle discipline STEM. Nel dettaglio, Scully ha influenzato il 43% del pubblico femminile di X-Files a considerare di lavorare nei campi STEM, a studiare effettivamente i campi STEM (27%). E, infine, a lavorare nei campi STEM (24%).
L’effetto Scully, insomma, non è solo un modo di dire, ma un vero trend. Le materie scientifiche non sono solo appannaggio di bambini e ragazzi, ma sono la normalità anche per milioni di bambine e ragazze. Scully dimostra come questo concetto possa essere trasportato anche all’interno della serialità, per diventare un vero modello.