L’utilizzo continuo degli smartphone da parte dei bambini sotto i 13 anni può avere conseguenze significative sulla loro salute mentale, secondo recenti studi scientifici. Ricerche condotte su vasta scala, come quella pubblicata sul Journal of the Human Development and Capabilities, evidenziano che l’accesso precoce a questi dispositivi è associato a problemi come pensieri suicidi, scarsa autostima, difficoltà nel regolare le emozioni e, in alcuni casi, comportamenti aggressivi.
Questi effetti risultano particolarmente marcati nelle ragazze, con il 9,5% di loro che manifesta segni di disagio psicologico rispetto al 7% dei ragazzi. Un’indagine globale, che ha coinvolto quasi 2 milioni di persone in 163 paesi, ha rivelato che ogni anno in meno rispetto ai 13 anni in cui un bambino riceve uno smartphone corrisponde a un peggioramento del benessere psicologico in età adulta. I fattori principali includono l’esposizione prolungata ai social media, episodi di cyberbullismo, disturbi del sonno e relazioni familiari deteriorate.

Ad esempio, i bambini che possiedono uno smartphone già a 5 o 6 anni mostrano un rischio significativamente più alto di sviluppare sintomi gravi, come distacco dalla realtà o pensieri autolesionistici, rispetto a chi riceve il dispositivo più tardi. Un altro studio, pubblicato su JAMA nel giugno 2025, sottolinea che non è tanto la quantità di tempo trascorso sugli schermi a preoccupare, quanto l’uso compulsivo. Segni di dipendenza, come difficoltà a staccarsi dal telefono o ansia quando non è disponibile, sono stati rilevati nel 30% dei bambini per i social media e nel 40% per i videogiochi.
Questi comportamenti possono amplificare il rischio di ansia, depressione e, in casi estremi, ideazione suicidaria, specialmente durante la preadolescenza, un periodo cruciale per lo sviluppo emotivo. Esperti come Jonathan Haidt, autore di The Anxious Generation, suggeriscono di posticipare l’accesso ai social media almeno fino ai 16 anni, promuovendo invece attività offline come sport, lettura o interazioni sociali dirette. Alcune organizzazioni, come Wait Until 8th, incoraggiano i genitori a firmare patti collettivi per ritardare l’uso degli smartphone fino alla fine della scuola media, riducendo così la pressione sociale. In paesi come la Francia è anche al vaglio una legge che possa vietare l’abuso di cellulari al di sotto dei 13 anni di età.
Per mitigare i rischi, si raccomanda un’educazione digitale mirata, che insegni ai giovani a usare la tecnologia in modo consapevole, e l’introduzione di regole chiare in famiglia, come limitare l’uso dei dispositivi prima di dormire. Le evidenze scientifiche sottolineano l’urgenza di un approccio precauzionale, simile a quello adottato per alcol e tabacco, per proteggere la salute mentale delle nuove generazioni.