I plaid sono compagni fedeli quando le temperature si abbassano, ma dopo mesi nell’armadio possono accumulare polvere, acari e quell’odore di chiuso che nessuno vuole sentire. La tentazione di gettarli direttamente in lavatrice è forte, ma non sempre rappresenta la scelta migliore per tessuti delicati come lana, cashmere o pile. Esiste un’alternativa furba, economica e sorprendentemente efficace che sta conquistando esperti di tessuti e allergologi: sfruttare il freddo intenso per igienizzare senza compromettere le fibre.
Dopo settimane o mesi di deposito, i plaid trattengono micro-particelle, umidità residua e acari della polvere. Questo si traduce in quel caratteristico sentore stantio, un tessuto che appare più pesante e spento, e talvolta piccole reazioni allergiche come starnuti o prurito. La reazione istintiva porta al lavaggio in lavatrice, una soluzione comoda ma non sempre indicata. Anche con cicli delicati, la centrifuga e gli sbalzi termici possono alterare permanentemente la struttura del tessuto, causando infeltrimento, appiattimento del pelo e perdita di colore.
Gli esperti suggeriscono un approccio diverso, basato su due metodi naturali che rispettano le caratteristiche dei tessuti. Il primo sfrutta l’aria fresca e il freddo autunnale. Nelle giornate asciutte e ventilate, distendere il plaid all’esterno su uno stendino o una superficie pulita permette un’ossigenazione naturale che neutralizza gli odori e riduce la carica microbica. Il freddo secco ha un effetto batteriostatico, mentre la ventilazione aiuta a disperdere i composti odorigeni.

Se le condizioni meteorologiche regalano anche il Sole, tanto meglio: la luce solare esercita un’azione di fotodegradazione su molte sostanze che causano cattivi odori e contribuisce a una leggera igienizzazione. Occorre però cautela con tessuti molto scuri o delicati come lana fine e cashmere, esponendoli al sole diretto solo per brevi periodi per evitare scolorimenti. L’ideale è tenere il plaid all’aperto per alcune ore, girandolo a metà del tempo, soprattutto quando la temperatura scende sotto i 10 gradi. Una volta conclusa l’esposizione, una bella scrollata seguita da un passaggio con l’aspirapolvere dotato di spazzola per tessuti e filtro HEPA completa l’opera, rimuovendo meccanicamente polveri e residui di acari.
Ma cosa fare quando non si dispone di un balcone o uno spazio esterno adeguato? Qui entra in gioco il metodo che sorprende tutti e che viene raccomandato anche dagli allergologi per peluche e capi delicati: il congelatore domestico. Questo approccio si basa su un principio scientifico solido: il freddo profondo, a circa -18 gradi Celsius, riduce significativamente la presenza di acari e inibisce la proliferazione di numerosi microrganismi.
Il plaid deve essere perfettamente asciutto prima di essere riposto. Piegalo con cura, inseriscilo in un sacco pulito richiudibile e sistemalo nel freezer per almeno dodici ore. Se possibile, estendere il tempo a ventiquattro ore aumenta l’efficacia del trattamento. Il freddo intenso non sterilizza nel senso medico del termine, ma agisce efficacemente su acari e microbi, rendendo l’ambiente tessile molto meno ospitale per questi organismi.
Una volta estratto dal congelatore, è fondamentale lasciare che il plaid torni a temperatura ambiente ancora all’interno del sacco, per evitare la formazione di condensa che potrebbe inumidire le fibre. Successivamente, scuotere energicamente il tessuto e passare nuovamente l’aspirapolvere diventa essenziale: il freddo uccide o immobilizza gli acari, ma gli allergeni possono rimanere intrappolati nelle fibre se non vengono rimossi fisicamente con l’aspirazione.
Perché questo metodo funziona così bene? La risposta sta nell’intelligenza pratica dell’approccio. Il freddo igienizza senza stressare le fibre, evitando i bagni d’acqua che gonfiano i filamenti, le centrifughe che tirano la trama e le alte temperature che causano infeltrimento. Per plaid in lana, pile, tessuti misti o con frange decorative, rappresenta il modo più conservativo per mantenerli belli, soffici e funzionali stagione dopo stagione.