Era il 17 dicembre 1892 quando il primo numero di Vogue esce nelle edicole di New York. Nessuno, però, poteva immaginare che quel settimanale destinato all’élite dell’Upper Class sarebbe diventato, un secolo più tardi, la voce più autorevole nel panorama mondiale della moda. Nata come rivista mondana, culturale e sociale, infatti, Vogue raccontava la vita dell’alta società americana, tra balli, ricevimenti, eventi sportivi e matrimoni, con una sezione dedicata allo stile e all’abbigliamento. Ma a chi si deve effettivamente la nascita di Vogue?
A fondare il magazine è stato Arthur Baldwin Turnure, uomo d’affari colto e ben inserito nell’alta borghesia di Manhattan. Il suo intento non era solo estetico, voleva che la rivista diventasse una guida al gusto, ma anche uno strumento per rafforzare le convenzioni sociali e il potere simbolico dell’élite. La direzione editoriale, però, passa presto in mano a Josephine Redding, prima donna a guidare la testata, che contribuisce a dare alla rivista un tono più dinamico e moderno.

Ma è nel 1909 che avviene la svolta. Condé Montrose Nast, editore visionario, acquisisce Vogue e ne cambia radicalmente l’identità. Da settimanale locale diventa un mensile internazionale. Nast intuisce per primo che la moda non è solo un fatto di abiti, ma un linguaggio universale, un riflesso culturale e sociale. Investe nella qualità delle immagini, punta su firme autorevoli, lancia edizioni estere, come Vogue Paris nel 1920, e innalza l’estetica editoriale a forma d’arte. È in questo periodo che la rivista diventa, a tutti gli effetti, la Bibbia della Moda.
Nel corso del Novecento, le sue pagine hanno immortalato l’evoluzione dello stile femminile, hanno lanciato tendenze, sostenuto talenti emergenti, accompagnato i mutamenti del costume. Dal New Look di Dior nel dopoguerra alla rivoluzione street degli anni Ottanta, passando per la fotografia d’autore di Irving Penn e Richard Avedon, Vogue ha sempre saputo anticipare lo spirito del tempo.
Oggi la rivista è pubblicata in oltre 25 edizioni internazionali e continua a essere un punto di riferimento non solo per la moda, ma per l’arte, la fotografia, la società. La direzione di figure iconiche come Diana Vreeland, Grace Mirabella e Anna Wintour ha reso Vogue molto più di un prodotto editoriale: un universo narrativo dove lo stile si intreccia con la cultura e il potere.