Per gli appassionati di moda e, soprattutto, di come il costume abbia raccontato i mutamenti sociale e culturali, il Museo della Moda di palazzo Pitti, a Firenze, è una meta immancabile. Soprattutto adesso che, dal 16 luglio scorso, è aperto al pubblico in modo completo. Rispetto al passato, infatti, troviamo ben otto nuove sale. All’interno delle quali è stata collocata una collezione di abiti del XVIII e XIX secolo.
In questo modo, dunque, si va a completare l’esposizione permanente preesistente composta da sessanta abiti e altrettanti preziosi accessori dal Settecento ai primi anni Duemila. Dei veri e propri gioielli che, dopo cinque anni di chiusura totale, nel 2023 hanno visto nuovamente la luce dei “riflettori”. E che vanno a comporre il nucleo centrale di questo incredibile museo dello stile, con un’attenzione particolare al Novecento e ai primi anni del Ventunesimo secolo.
A oggi, però, il percorso espositivo è assolutamente completo. E, sseguendo un criterio storico e cronologico, si assume il compito di portare il visitatore in un viaggio composto di forme, bellezza ed armonia. Ma quali sono i pezzi più preziosi di questa esposizione? Un fiore all’occhiello sono, senza alcun dubbio, gli abiti settecenteschi esempi della così detta “robe à la française”, e quelli in stile “Impero” o del periodo “Restaurazione”. Per non parlare poi di una vera e propria rarità rappresentata dagli abiti da sposa sfarzosi risalenti alla Belle Époque.
Il Novecento, poi, è rappresentato dalle nuove forme scivolate che liberano il copro femminile dalla costrizione dei corsetti. Un’evoluzione concretizzata, ad esempio, dalle creazioni dalle forme a tubolare di Mariano Fortuny, pensate per Eleonora Duse. E dalla veste a kimono di Donna Franca Florio di Jacques Doucet. Due modelli dall’eleganza intramontabile che dimostrano come lo stile non sia assolutamente una casualità e come la moda, soprattutto,. quella del novecento, racchiuda in sé un’eterna contemporaneità.