Ormai lo sappiamo, quando si parla di leadership politica ogni dettaglio, anche quello più insignificante come il colore dei capelli può assumere un valore strategico. Donald Trump lo sa benissimo. Non è un caso che proprio a causa di come apparivano i suoi capelli si sia arrabbiato per la cover di Time. A ogni modo, la chioma del presidente degli Stati Uniti è tornata bianca. Lo hanno visto tutti durante la cerimonia della Medaglia Presidenziale della Libertà conferita a Charlie Kirk. Che fine ha fatto il suo leggendario blorange, pel di carota?
A parte le battute sul fatto che abbia dimenticato di farsi la tinta e che abbia compensato tutto, riempiendo la faccia di nuance arancioni, questo passaggio rappresenta un cambio simbolico significativo: ora Trump non è più un tycoon aggressivo, ma un saggio capo di stato che mostra la sua vecchiaia con orgoglio. E soprattutto con naturalezza. Proprio come farebbe un politico pronto a prendere il premio Nobel per la pace (più o meno).

Perché, e questo è certo, le tinte per capelli maschili hanno sempre un’aria posticcia che non si elimina neanche volendolo. C’è chi lo chiama “effetto Nowzaradan”, dal nome del celebre medico televisivo, specializzato in cura dell’obesità, che sfoggia con soddisfazione una capigliatura color marrone intenso.
Resta ora da vedere se Donald Trump manterrà questa nuova immagine o se tornerà al suo amato arancio che lo ha reso riconoscibile in tutto il mondo. Qualunque sia la sua scelta, questo cambiamento ha già dimostrato come anche un dettaglio apparentemente superficiale come il colore dei capelli possa diventare oggetto di analisi e interpretazioni, specialmente quando riguarda una delle figure più discusse della scena politica internazionale.
In fondo, l’aspetto esteriore dei leader politici ha sempre avuto un peso nella percezione pubblica: comunica valori, messaggi e posizionamenti che vanno ben oltre la semplice estetica. E nel caso di Trump, un personaggio la cui immagine è stata costruita e coltivata con estrema attenzione nel corso degli anni, ogni cambiamento diventa inevitabilmente un segnale da decifrare.