La Giornata Internazionale contro l’omofobia, bifobia, transfobia si celebra il 17 maggio perché in questa data, nel 1990, l’OMS ha eliminato l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali. Dal 2004, quindi, è stata istituita una giornata mondiale, riconosciuta dalle Nazioni Unite e dall’Unione Europea, per sensibilizzare istituzioni e cittadinanza. E cancellare qualsiasi tipo di discriminazioni verso la popolazione LGBTQIA+.
Per quanto possa sembrare totalmente fuori dal mondo, in realtà continuano ad esserci delle zone del mondo in cui i principali diritti della comunità queer non vengono rispettati. Secondo il report redatto da Ilga-Europe, che ogni anno stila una mappatura relativa al rispetto dei diritti umani delle persone LGBTQIA+ in Europa e in Asia Centrale, l’Italia è al 36.mo posto su 49, a pari merito con la Georgia.
I paesi che tutelano meno i diritti LGBTQIA+ sono Russia e Azerbaijan. Il punteggio medio europeo è pari a 41 punti. Il più virtuoso, Malta. La classifica attribuisce dei punti, tenendo conto delle politiche che una nazione mette in atto per la tutela di diversi diritti, suddivisi in varie aree. Tra queste, discriminazione, riconoscimento legale del genere, integrità corporea delle persone intersex. Con 25 punti su 100 massimi, la nostra nazione si segnala tra le peggiori.
“L’intolleranza per il diverso, l’indifferenza di fronte alle compressioni delle altrui libertà, costituiscono lacerazioni alla convivenza democratica. L’Italia non è immune da episodi di omotransfobia: persone discriminate, schiacciate da pregiudizi, che spesso sfociano in inaccettabili discorsi d’odio, aggredite verbalmente e fisicamente“, ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Che ha poi invitato le istituzioni a impegnarsi “per una società inclusiva e rispettosa delle identità”.