Un recente studio inglese pubblicato sul British Medical Journal lancia un allarme: il consumo di alimenti ultra-processati è associato a più di 30 problemi di salute, tra cui malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, obesità e persino disturbi mentali. Questi cibi, largamente diffusi nelle diete moderne, rappresentano un grave rischio per il benessere fisico e mentale, evidenziando la necessità di scelte alimentari più consapevoli. Di cosa parliamo quando ci riferiamo agli alimenti ultra-processati? Si tratta di tutti quei prodotti che subiscono molteplici processi industriali e contengono additivi come coloranti, emulsionanti e aromi artificiali. Tra questi ci sono gli snack confezionati, i cereali zuccherati, le bibite gassate e tutti i piatti pronti. Cibi che sono spesso ricchi di zuccheri, grassi e sale, ma poveri di fibre e vitamine.
L’analisi, basata su dati provenienti da quasi 10 milioni di persone e su 45 studi pubblicati negli ultimi tre anni, rivela collegamenti consistenti tra l’elevato consumo di cibi ultra processati (UPF ovvero, Ultra Processed Food) e gravi problematiche di salute. Ad esempio, c’è un rischio del 50% maggiore di morte per malattie cardiovascolari, un aumento del 48-53% del rischio di disturbi mentali e un incremento del 12% del rischio di diabete di tipo 2.
I risultati evidenziano che gli UPF non sono solo calorici, ma possono compromettere il nostro organismo su più livelli. L’assunzione regolare di questi alimenti è legata anche a obesità, depressione, problemi del sonno e un aumento generale della mortalità del 21%. Altri rischi includono disfunzioni metaboliche, alti livelli di colesterolo “cattivo” e una maggiore incidenza di alcune forme di cancro.
La soluzione a tutto questo è mangiare il più possibile alimenti che possiamo cucinare direttamente, a partire da ingredienti freschi come verdure o frutta di stagione e cereali integrali.
I cibi pronti, naturalmente, non vanno demonizzati, ma solo mangiati con parsimonia e non su base quotidiana.