Li chiamano Social Media Introverts, ovvero gli introversi da social media, una definizione che pur non traducibile perfettamente in italiano spiega bene il concetto. Che si riferisce alle persone che postano poco o nulla sui social media o addirittura rifuggono proprio da questi canali. Chi sono? Perché lo fanno? Una recente ricerca ha provato a tracciare l’identikit di coloro che, invece di aggiornare continuamente il proprio status o condividere ogni momento, se ne stanno per conto loro e vivono lontano dal palcoscenico digitale.
Sono persone che provano a valorizzare le connessioni autentiche. Amano le interazioni faccia a faccia, le conversazioni profonde e i momenti autentici. Non si accontentano di like o commenti, ma cercano legami veri, costruiti con pazienza e sincerità. Per loro, una chiacchierata intima vale più di cento notifiche online.
Amano anche la solitudine. Non si tratta di isolamento, ma di introspezione. Trascorrono tempo da soli per riflettere, crescere e riscoprire se stessi. E di sicuro sono meno stressati. Senza la pressione di documentare ogni evento, vivono con meno ansia.
In mancanza della ricerca a tutti i costi di un riconoscimento dall’esterno, queste persone hanno un forte senso di sé e sono sicure della propria identità. E sono convinte che non sia la quantità delle cose o degli amici a rendere felici, ma la loro qualità. La loro è un’autosufficienza consapevole, che le spinge a vivere il presente con profondità.
Naturalmente, hanno anche a cuore la propria privacy che difendono come scelta consapevole.
Di sicuro non vivono la cosiddetta FOMO (Fear of Missing Out), il terrore di essere esclusi da qualcosa di bello, ovvero le vite apparentemente perfette delle persone sui social. Tanto, le informazioni non mancano di sicuro. L’introverso da social media, infatti, legge e approfondisce molto di più rispetto ai leoni da tastiera che condividono fake news senza controllare.