Magnus Hirschfeld (1868-1935) è universalmente riconosciuto come uno dei padri fondatori del movimento moderno per i diritti LGBTQIA+. Medico, sessuologo e instancabile attivista, questo pioniere tedesco di origini ebraiche ha dedicato la sua vita alla lotta per l’uguaglianza e la comprensione scientifica della diversità sessuale, gettando le basi per l’emancipazione queer del ventesimo secolo.
Nel 1897, Hirschfeld fondò il Wissenschaftlich-humanitäres Komitee (Comitato scientifico-umanitario), la prima organizzazione al mondo per i diritti omosessuali. Con il motto “Attraverso la scienza alla giustizia”, l’associazione si batteva per l’abolizione del famigerato Paragrafo 175, che criminalizzava l’omosessualità in Germania dal 1871. La strategia di Hirschfeld era rivoluzionaria: utilizzare la ricerca scientifica per combattere i pregiudizi e le discriminazioni.
Il Comitato riuscì a raccogliere oltre 5.000 firme di personalità illustri, tra cui Albert Einstein, Hermann Hesse, Thomas Mann e Lev Tolstoj, per una petizione parlamentare che chiedeva la decriminalizzazione dell’omosessualità. Ma è nel 1919, con l’avvento della più liberale Repubblica di Weimar, che Hirschfeld pose le fondamenta per una vera rivoluzione scientifica. Nel luglio di quell’anno fondò a Berlino l’Institut für Sexualwissenschaft (Istituto per la ricerca sessuale), il primo centro mondiale dedicato allo studio scientifico della sessualità. Questa istituzione rivoluzionaria ospitava un’immensa biblioteca specializzata, forniva servizi di consulenza medica e educativa, e attraeva visitatori da tutta Europa.

L’Istituto rappresentava un vero e proprio santuario per le minoranze sessuali, offrendo non solo ricerca scientifica ma anche supporto pratico e psicologico. Qui venne eseguito uno dei primi interventi di riassegnazione del sesso della storia, su Dora Richter, una delle pazienti transgender di Hirschfeld.
Hirschfeld fu il primo a coniare il termine “travestitismo” e sviluppò una teoria rivoluzionaria del “terzo sesso intermedio” tra uomo e donna. La sua concezione della sessualità era incredibilmente moderna: identificava quattro livelli che determinano l’orientamento sessuale di una persona (organi sessuali, caratteristiche fisiche, orientamento sessuale e caratteristiche psicologiche), anticipando di decenni le moderne teorie sulla fluidità di genere.
Per proteggere i suoi pazienti dalle persecuzioni, Hirschfeld rilasciava speciali “certificati di travestitismo” che attestavano la necessità medica di indossare abiti del sesso opposto, permettendo ai travestiti di sfuggire agli arresti durante le retate poliziesche.
La carriera di Hirschfeld fu brutalmente interrotta dall’ascesa del nazismo. Già negli anni ’20 aveva subito violenti attacchi fisici da parte di gruppi nazionalisti, incluso un tentativo di omicidio nel 1923. Nel 1933, i nazisti distrussero l’Istituto e diedero fuoco alla sua biblioteca durante il famigerato rogo di libri del 10 maggio. Hirschfeld, che si trovava all’estero per una serie di conferenze, non fece mai ritorno in Germania e morì in esilio a Nizza nel 1935, nel giorno del suo 67° compleanno. Dal 2024, Berlino celebra il 14 maggio come “Magnus Hirschfeld Day”, riconoscendo ufficialmente il contributo di questo straordinario pioniere dell’emancipazione queer.