L’isola di Nisida è situata nel cuore del Golfo di Napoli, di fronte alla zona industriale di Bagnoli. Generalmente non è aperta al pubblico e non si può visitare senza autorizzazione, perché è la sede dell’Istituto Penale Minorile di Napoli. Ma non è l’unico motivo per cui l’isola, che ha ispirato Mare Fuori, nel corso degli anni è stata inaccessibile. Durante l’anno, alcune associazioni culturali organizzano visite guidate che rappresentano l’unica possibilità per accedere all’isola.
Dal 1933, l’istituto Penale minorile di Napoli ha la sua sede sull’Isola di Nisida, la struttura usata è quella dell’antico castello, costruito per difendere la città dalle possibili invasioni. L’IPM è composto da vari fabbricati, dislocati in una zona verde e a picco sul mare. La strutture ospita minori sottoposti a provvedimenti di natura sia penale che amministrativa. Nella sezione femminile è presente anche il C.P.A., centro di prima accoglienza, il luogo dove vengono portati i minori arrestati.
L’isola, inoltre, fa parte della Riserva Marina della Gaiola. Un’area naturale marina protetta istituita nel 2002 per preservare la flora e la fauna locali e garantirne la conservazione. Di conseguenza, l’accesso all’isola è limitato per evitare danni all’ecosistema locale. Fino a qualche anno fa il suo piccolo porto, ubicato verso la zona di Coroglio, era interdetto, in quanto utilizzato dalla Nato. Oggi le attività militari sono state trasferite.
L’isola di Nisida ha una storia molto importante e complessa, essendo stata usata per molti scopi diversi nel corso dei secoli. Qui aveva la sua villa Marco Giunio Bruto e sull’isola insieme a Cassio ordirono la congiura contro Cesare. Dopo l’assassinio, Bruto vi si ritirò nell’estate del 44 a.C. ed ebbe la visita di Cicerone, con cui ebbe lunghi colloqui sulla situazione politica e la azioni da intraprendere. Nel Medioevo, l’isola ospitava il monastero di Sant’Arcangelo de Zippioera. Nel XV secolo, la regina di Napoli Giovanna II d’Angiò si fece costruire una villa che ben presto venne trasformata in un castello per contrastare la flotta del pretendente al trono Luigi II d’Angiò.
Durante l’epidemia di colera del XIX secolo, l’isola era utilizzata come luogo di quarantena. Nel 1847 l’isolotto venne collegato all’isola. Il castello nel 1933 diventò la sede dell’Istituto Penitenziario Minorile di Napoli. Nel 1936 un lungo pontile carrozzabile collegò l’isola alla terraferma. Da qui le parole di Edoardo Bennato che nella canzone Nisida canta “Nisida è un’isola e nessuno lo sa“.