Nell’immaginario collettivo di molti, quando si fa riferimento al Moulin Rouge, la mente corre subito al film di Baz Luhrmann e all’indimenticabile Elephant Love Madly contenta da Ewan McGregor e Nicole Kidman. Una storia d’amor, la loro, che vive proprio all’ombra dello storico locale parigino e che respira tutta l’atmosfera bohémien che la struttura rappresenta e contiene ancora oggi.
Per questo motivo, dunque, la notizia della caduta delle pale di qualche tempo fa ha sconvolto i parigini e non solo. Nonostante la sua attuale natura turistica, infatti, il Moulin Rouge è ancora un emblema tradizionale che ha il compito di mantenere in vita il passato della zona che si estende ai piedi di Montmartre. Ma in quanti conoscono effettivamente gli eventi che hanno portato alla nascita di questo luogo così suggestivo, simbolo del peccato e dello scandalo per aver visto nascere il Can Can, la danza più scatenata del 1900?
Il simbolo della Belle Epoque
Il Moulin Rouge apre le sue porte per la prima volta il 6 ottobre 1889. Questo fa di lui uno dei simboli dell’epoca d’oro della ville lumiere: la Belle Époque. Dopo gli orrori della guerra del 1870 Parigi vive uno momento di grande splendore. Siamo alla fine del XIX secolo e l’inizio del XX. L’economia è in risalita e così anche la vita culturale. La città ed i suoi abitanti vengono travolti da un impellente bisogno di divertimento e bellezza. E sotto questa rinnovata spinta vitale nasce la zona di Montmartre. Qui non solo sorgono ogni giorno nuovi locali destinati all’intrattenimento ma, allo tesso tempo, si riuniscono artisti, intellettuali e avventurieri. Tutti loro danno vita alla così detta società bohémien che, ancora oggi, esercita non poco fascino sull’immaginario collettivo.
Com’è nato il Moulin Rouge
Perché, però, questo nuovo locale che ospita le ballerine più affascinanti e da vita ad una danza scatenata come il can can ha scelto proprio la forma e il nome di un mulino? Per comprenderlo è necessario andare indietro nel tempo e ricordarsi che, nella zona che oggi ospita uno dei quartieri più amati dai turisti, si ergevano diversi mulini, situati precisamente nella parte alta di Montmartre. Gli stessi che sono stati immortalati da grandi artisti come Van Gogh, Renoir, Picasso e Henri de Toulouse-Lautrec, che è stato l’anima di Montmartre e del Moulin Rouge, rimandando l’atmosfera nei suoi dipinti.
Alla fine del 1800, però, queste tipiche costruzioni erano nettamente diminuite ed avevano perso la loro funzione pratica. Per questo motivo, alcune vengono riqualificate in locali. Il più importante di tutti è il Moulin de la Galette, all’interno del quale viene aperto un ristorante danzante nel 1870. Ad essere più precisi ad essere coinvolti nella realizzazione di questo locale sono ben due mulini: il Moulin Radet ed il più grande Moulin Blute-fin. Attualmente è ancora possibile trovare il ristorante “Moulin de la Galette” il cui ingresso, all’angolo della rue Lepic, è sormontato dal Moulin Radet, discreto stato.
E proprio il successo di questo locale ha ispirato due agenti teatrali parigini, Charles Ziedler e Joseph Oller, ad aprire un cabaret sormontato da un finto mulino rosso che, ispira il nome del locale traghettandolo inconsapevolmente nella storia del costume e dello spettacolo. Al suo interno, infatti, vengono organizzati, per la prima volta, spettacoli di music hall, un genere particolare caratterizzato da numeri di diversa natura eseguiti da mimi, danzatori, cantanti e musicisti.
Il Moulin Rouge raccontato da Toulouse-Lautrec
Poco dopo la sua apertura il Moulin Rouge conquista immediatamente l’attenzione di un vasto pubblico grazie ai suoi spettacoli scandalosi e alla bellezza incredibile delle ballerine. Tra i frequentatori assidui, dunque, è possibile notare i nomi di Apollinaire, Renoir, Braque e Aristide Bruant. La persona che, però, ha amato più di tutti il Moulin Rouge, tanto da legare il suo futuro artistico all’immagine del locale, è stato Toulouse-Lautrec. Affetto da picnodisostosi, ossia una deformazione ossea corretta, trova nell’ambiente degli artisti bohémien un luogo in cui viene accettato e la sua arte compresa.
Anzi, grazie alle sue locandine dell’epoca, oggi è possibile immergersi nelle atmosfere del dietro le quinte. Conoscere i volti delle protagoniste e comprendere il tipo di vita vissuta da chi aveva scelto una quotidianità controcorrente. Ad oggi, dunque, utilizzando il suo punto di osservazione privilegiato, è facile comprendere per quale motivo la Belle Epoque rimanga ad oggi, il periodo più fulgido vissuto dal Moulin Rouge. E questo nonostante il XX secolo abbia visto il suo palcoscenico calcato da artiste come Édith Piaf e, successivamente, le ragazze di Miss Doris.